MONEMVASIA

SUGGESTIVA ISOLA FORTIFICATA e  INCANTEVOLE BORGO MEDIEVALE

Agosto 2020.
Dedichiamo una pagina specifica a questo luogo così caratteristico e suggestivo perchè è davvero unico: una isoletta fortificata nel sud del Peloponneso, un intreccio di archi in pietra, cortili fioriti e antiche case in pietra rosa.  Il fascino di questo villaggio medievale sta nell'armonia tra l'antico ancora ben visibile, ed il moderno dei suoi confort.
Monemvasia ha rappresentato una delle diverse tappe durante il nostro viaggio nel Peloponneso orientale, che vi consigliamo di cuore.
Dopo cinque giorni nel nord della regione, con base vicino a Nafplio, abbiamo percorso i 200 chilometri in circa tre ore tra vallate di ulivi, montagne e tranquilli paesini per raggiungere Monemvasia.
Ci siamo trasferiti quindi dall'Argolide alla Laconia, nel sud del Peloponneso, alla latitudine che corrisponde alla punta più meridionale della Sicilia.
Il viaggio è piacevole per i paesaggi che si incontrano e la strada da percorrere in auto è scorrevole.
Si passa accanto a Sparta, senza attraversarla, e ci accarezza l'idea di visitarla, data la sua fama storica, ma abbiamo letto che l'attuale città moderna non è caratteristica, quindi raggiungiamo direttamente  Monemvasia, uno dei borghi più incredibili e suggestivi mai visti!

Si attraversa un ponte che unisce l'isoletta al centro abitato sulla costa e si percorre un tratto di strada lungo circa un chilometro che conduce all'unico ingresso della cittadella fortificata; qui si possono scaricare le valigie e si prosegue a piedi.
Tutto il borgo medievale è pedonale, arroccato su un grande sperone roccioso.
Armatevi di comode scarpe da ginnastica perchè le stradine scoscese e le scale in pietra sono abbastanza faticose, ma sarete ripagati da una bellezza ineguagliabile!!!
Il borgo di Monemvasia è da percorrere in lungo e in largo, curiosando in ogni angolo perchè solo così si possono scoprire gli scorci più suggestivi, le chiesette diroccate che vi raccontano una storia di secoli, ruderi invasi da piante di capperi e bouganville, accanto agli hotel di charme, alberghi a diffuso esclusivi con viste mozzafiato!
Dove soggiornare a Monemvasia
Stavamo parlando giusto di alberghi... noi abbiamo prenotato una "guest house" tradizionale all'interno del borgo, in ottima posizione tra l'ingresso in città e la piazzetta, ben consigliati da meraviglioseisolegreche.com 

Quando prenotate, verificate che la struttura non sia troppo scomoda da raggiungere con le valigie, perchè le scalette in pietra e le vie acciottolate non sono molto comode, oppure chiedete se vi accolgono alla porta di ingresso.  Gli appartamenti e gli hotel diffusi hanno terrazze con incantevoli viste, in un contesto rustico di costruzioni in pietra dai colori pastello.
Sono edifici antichi, arredati spesso con mobili in legno, tappeti e merletti di una volta.
Per assaporare a tutte le ore del giorno questa atmosfera d'altri tempi, l'ideale è soggiornare all'interno della cittadella.
Non potremo mai dimenticare le colazioni sul terrazzo del nostro studio, affacciato sui tetti rossi delle case e sul mare blu dell'Egeo!
In alternativa potete scegliere la zona moderna di Monemvasia che si trova sulla terraferma; è sicuramente meno affascinante, ma da qui si può ammirare lo sperone roccioso fortificato dall'altro lato del ponte.

L'unico aspetto non proprio confortevole è che non si trova posteggio con facilità lungo la strada che conduce alla porta di ingresso della cittadella; se non volete fare la passeggiata a piedi, potete comunque optare per il bus o il taxi che fanno la spola.
In questo difficile periodo di pandemia, che ha reso complicati gli spostamenti, il turismo in tutta la Grecia ha subito un grave calo ed anche Monemvasia non è invasa dai turisti: qualche famiglia di stranieri e coppie di italiani, ma possiamo immaginare che in altri anni nel mese di agosto questo gioiello sia molto più affollato.
Origini del nome e un pò di storia
Il kastro (che significa "castello" in greco) di origine medievale ha una unica entrata, ed è proprio da questa caratteristica che deriva il suo nome; "moni emvasis"  significa infatti "unico ingresso".
Ma Monemvasia è anche conosciuta come Malvasia, l'antico nome veneziano.
Dal suo piccolo porto partivano le navi cariche di Malvasia, il suo rinomato vino dolce che raggiungeva le tavole nobili di tutta Europa.
Durante il fiorente periodo sotto i Veneziani, questi storpiandone il nome lo chiamarono Malvasia, che rimane tuttora il suo nome in italiano.

Inizialmente Monemvasia non era un'isola.   L'imponente roccia sul quale sorge il borgo di Monemvasia si staccò nel IV secolo d.C.  dalla terraferma  a causa di un terremoto.
Dal X secolo si sviluppò e divenne un importante centro marittimo e mercantile.
Per la sua posizione geografica fu spesso contesa fra Bizantini, Ottomani e Veneziani, come successe a molte altre terre nel Mediterraneo.
Dopo la seconda Guerra Mondiale fu quasi abbandonata, fino agli anni settanta quando alcune famiglie hanno iniziato a ristrutturare le sue vecchie case diroccate. Il recupero architettonico qui costa molto, e le case oggi hanno acquistato valore.
Il paese è letteralmente abbarbicato sul versante della montagna, delimitato dalle mura difensive,  e si divide tra Città Bassa (Kato Polis)  e  Città Alta (Ano Polis), tutto rigorosamente pedonale.
Non tralasciate neanche un angolo; dietro ogni muro potrete scoprire uno scorcio incredibile, un cortile nascosto o un affaccio sul mare aperto.
La via centrale di Monemvasia

La via principale si trova nella parte bassa, è molto caratteristica, piena di negozietti, di botteghe, di bar e taverne con terrazze meravigliose che si affacciano sui tetti delle case con le tegole in terracotta ed il mare!
Lungo questa strada si incontra la piazza principale.
La residenza del Vescovo

A fianco della Chiesa c'è una graziosa casa bassa con lo stemma veneziano, che è la ex residenza del Vescovo.
Si nota chiaramente il rilievo in marmo sull'architrave sopra l'ingresso dell'edificio, che rappresenta il leone alato di San Marco, simbolo dei Veneziani.

Nella piazza c'è la Chiesa più antica dedicata a Cristo in Catene (Christos Elkomenos) che noi abbiamo trovato in ristrutturazione, quindi l'interno che contiene l'icona del "Cristo Incatenato" non è visitabile.
Questa piazzetta con la torre campanaria della Chiesa è una delle immagini più ricorrenti del borgo.
Nel centro della piazza non potrete non notare un cannone ottomano, perfetto per la classica foto ricordo.

Il Museo Archeologico

Sull'altro lato della piazza vi è un antico edificio che ospita il Museo, che è chiuso il martedì,  ingresso dalle 8,30 alle 15,30 a tre euro.
Questa costruzione fu prima una chiesa dedicata a S. Pietro nel periodo bizantino, poi divenne una moschea, in seguito prigione, perfino un coffee shop prima della seconda Guerra Mondiale, ed ora ospita una interessante collezione di oggetti e reperti ritrovati nella zona.

Per la visita al piccolo museo basta una mezz'ora, ma i suoi pannelli forniscono curiosità e informazioni storiche che aiutano a comprendere l'insediamento di Monemvasia.
Qui ci sono piccoli oggetti e sculture, e qualche parte architettonica della Chiesa di Agia Sofia.
L' acqua è un tema sul quale il museo vi farà soffermare.
La pioggia fu da sempre l'unica fonte di acqua per la popolazione; per la scarsità di questa risorsa sull'isola, i suoi abitanti hanno creato dei complessi sistemi di cisterne per l'utilizzo dell'acqua piovana, che ancora oggi si trovano nei sotterranei delle costruzioni, compreso l'edificio dello stesso museo.

A passeggio per il borgo... su fino alla Città Alta

Percorrendo le stradine così piene di fascino di questa cittadella medievale,  si incontrano diverse chiese, alcune diroccate, altre meglio conservate, ognuna con la sua storia da raccontare.
Una in particolare ci ha colpiti perchè ci ha ricordato la bella isola di Citera di cui siamo davvero innamorati:  la Chiesa della Panagia Myrtidiotissa del periodo veneziano di fine 1600.
Chiesa della Madonna Myrtidiotissa

La venerazione della Madonna la collega all'isola di Kythira con cui aveva forti legami, data anche la vicinanza, e questa chiesa fu costruita proprio dal vescovo di Kythira.
La Madonna Myrtidiotissa è il simbolo della religione ortodossa di Citera ed è considerata la sua protettrice.
All'interno della chiesa ci sono decorazioni e affascinanti iconostasi dorate in legno.
Non fermatevi nella parte bassa del borgo di Monemvasia, anche se la salita sotto il sole può sembrare impegnativa in piena estate;  affrontate con attenzione le scale e sarete ricompensati!
Arrivando sulle mura della "Città Alta" la gratificazione è immensa!!!
In circa mezz'ora si raggiunge la parte superiore, fino alla Chiesa di Santa Sofia, ma se le soste panoramiche sono frequenti, tra vicoletti acciottolati e le tipiche case in pietra, la camminata può prolungarsi per ore!
La Città Alta in epoca bizantina fu abitata dai nobili; le rovine di questa antica acropoli vi regaleranno un panorama indimenticabile!
La Chiesa di Agia Sofia (o Panagia Odigitrìa) svetta a picco sul dirupo; è del XII secolo e al suo interno ci sono degli affreschi restaurati.
Nel periodo ottomano fu trasformata in moschea, metà bizantina e metà veneziana, costituisce una delle principali attrazioni di Monemvasia, con la sua bella cupola ottagonale.
In origine fu dedicata alla Madonna Odigitria, una icona diffusa nel culto bizantino, che raffigura la Madonna con il bambino in braccio. Nel periodo veneziano alla fine del 1600 la Chiesa di Santa Sofia divenne un monastero Cattolico, per poi essere convertito di nuovo in moschea dai Turchi.
Dopo la liberazione a seguito della Guerra di Indipendenza Greca del 1821 ridivenne una chiesa Cristiana.
Ha una storia lunga e affascinante, ma quando sarete lassù in alto non penserete a nulla, inebriati da questa straordinaria vista mozzafiato!

Un tuffo nel mare di Monemvasia

anche se è una isola, qui non ci sono vere spiagge, quindi per la vita balneare bisogna spostarsi sulla terraferma, ma la soluzione per un tuffo in queste acque trasparenti è data dal Portello.
Da uno spiazzo affacciato sul mare trovate una scaletta nella roccia che scende giù fino al Portello, dove potete fare il bagno appena sotto le mura fortificate.

Mangiare e bere a Monemvasia

Una delle attività più interessanti da fare a Monemvasia è la degustazione eno-gastronomica dei suoi prodotti locali, primo fra tutti il vino Malvasia, che potrete acquistare nei negozi o assaggiare nelle taverne e nelle vinerie.
La Malvasia di Monemvasia è un vino prodotto con uve lasciate appassire al sole, ed è uno dei vini greci a cui è stata assegnata la Denominazione di Origine Protetta.
Tra i dolci tipici ci sono i biscotti con mandorle e miele, ingredienti che non mancano mai nella cucina greca.

I locali non sono molti, nei periodi di alta stagione può capitare di attendere in coda, ma godersi un bicchiere di vino o cenare nel borgo è una esperienza da fare anche se soggiornate all'esterno dell'isola.
I prezzi sono in linea con il resto del Peloponneso, contrariamente a quanto ci aspettavamo; alcuni locali più esclusivi ed eleganti sono l'ideale per una serata speciale.
Noi abbiamo provato la Taverna Maranthi sulla via principale, forse la più rustica, con piatti della cucina tradizionale greca accompagnati dal vino Malvasia locale; qui la mamma cucina i piatti casalinghi che a noi piacciono tanto, dagli "gemistà" ai "kolokitokeftedes" (le polpette di zucchini) che in giro nel Peloponneso non sempre abbiamo trovato.
E ci siamo trovati bene nella Taverna Matoula, aperto dagli anni '50, di fianco alla piazza principale, si mangia in terrazza sotto un pergolato in compagnia di gattini molto fotogenici, che vi consigliamo anche all'ora del tramonto.

I dintorni a nord di Monemvasia

Durante un pomeriggio abbiamo lasciato l'isola per esplorare la costa a nord di Monemvasia.
Se volete rilassarvi, dopo soli tre chilometri si incontra la spiaggia di Pori, ben segnalata sulla strada.
E' una spiaggia di sabbia parzialmente attrezzata.
Spiagge a nord di Monemvasia

Proseguendo verso nord ci siamo fermati su una lunga spiaggia, anch'essa di sabbia, ma completamente libera e piuttosto selvaggia, con alcuni camper sistemati all'ombra della pineta.  
Sulla sabbia sono segnalati alcuni nidi di tartaruga.
La suggestiva sagoma dell'isolotto di Monemvasia è proprio di fronte.
Non abbiamo individuato il nome di questa località, ma è un litorale tranquillo e comodo per una sosta, sicuramente noto ai camperisti.
Il fiordo di Gerakas

Dopo aver percorso una strada costiera in mezzo alla natura brulla si giunge a Gerakas Port, un fiordo verde a ventitre chilometri da Monemvasia.
La strada finisce proprio al porticciolo dove si può far manovra con l'auto per il ritorno. Qui trovate una scaletta che vi aspetta per fare una nuotata, qualche barchetta che dondola e tanta tranquillità!
Oltre a qualche taverna dove sicuramente si mangia il pesce locale, quello che colpisce di questo luogo è il paesaggio naturale abbastanza inconsueto in Grecia: il fiordo è in pratica un porto naturale, ma così lontano dal traffico turistico, che si sente solo il canto degli uccelli.

Dopo i due giorni trascorsi in questo borgo costruito su uno sperone roccioso fortificato, davvero unico e incredibile, abbiamo salutato Monemvasia e abbiamo percorso i 38 chilometri che ci separavano da Pounda, dove abbiamo preso il Ferry-Boat che in dieci minuti ci ha portati sull'isola meta finale del nostro viaggio: la paradisiaca Elafonisos!
Per finire in bellezza il viaggio on the road nel Peloponneso abbiamo scelto questa incantevole isola, ma a questo punto vi rimandiamo alla pagina dedicata a Elafonisos!

Buon Peloponneso a tutti!
Michela e Maurizio