KYTHIRA

 Citera:  le meraviglie nascoste nella terra di Afrodite

 
Agosto 2019.
Come sempre appena festeggiato il Capodanno abbiamo iniziato a valutare diverse opzioni per scegliere la meta estiva 2019; abbiamo letto blog e studiato itinerari spaziando dalle Sporadi alle Cicladi, cambiando idea varie volte perchè ogni isola offre più di un motivo per essere la prescelta.
La bellezza della Chora

Alla fine abbiamo individuato un'isola poco nota, perlomeno fuori dai confini greci, che sembrava rispondere alla nostra idea: un luogo tradizionale, con un'anima greca ancora autentica e dove ritrovare il ritmo lento della quotidianità.
Non avremmo potuto fare scelta migliore!
Kythira è un'isola ancora selvaggia e lontana dai circuiti del turismo di massa, è rustica, contadina ma molto accogliente e ricca di luoghi meravigliosi che ci hanno letteralmente conquistato!
A gennaio abbiamo prenotato il doppio volo aereo, con Easy Jet per la tratta Milano-Atene e con Aegean per il volo interno Atene-Citera.
Nell'arco di pochi giorni, dopo aver inviato alcune mail agli operatori locali, abbiamo confermato soggiorno e auto; saremmo stati già pronti per partire!
Kythira è meno "internazionale" rispetto alle isole più note, quindi sui classici portali sono presenti poche strutture, ma i siti come www.kythera.gr  offrono diverse soluzioni.
Per il soggiorno abbiamo scelto uno studio con un portico vista mare che sogneremo ogni giorno per tutto il lungo inverno... ecco per voi la vista panoramica su Kapsali che da sola valeva la vacanza!
E questo era l'unico motivo per cui alzarsi all'alba anche in vacanza:
La Chora vista dall'Hotel El Sol di Kapsali

Gli studios sono gestiti dall'Hotel El Sol,  che però è in posizione molto isolata rispetto al paese di Kapsali.
Qui in foto potete vedere il castello veneziano della Chora fotografato dall'hotel El Sol.
Non abbiamo frequentato l'Hotel, ma è stato comunque un punto di riferimento.
Chi soggiorna negli studios può utilizzare comunque i servizi, fare colazione a bordo piscina o semplicemente ammirare la vista sulla Chora, che da qui è spettacolare!
Per il noleggio dell'auto ci siamo trovati benissimo con l'agenzia Drakakis, uno dei due operatori presenti sull'isola.
Drakakis ha gli uffici a Livadi e nel piccolo aeroporto, ma su nostra richiesta ci ha consegnato l'auto a domicilio, e ci ha permesso di tenerla mezza giornata in più il giorno del volo di ritorno, senza addebitarci alcun extra. Davvero puntuali e gentili!
In luglio e agosto i prezzi degli studios e del noleggio auto non sono propriamente economici, perchè il flusso dei turisti si concentra in questo periodo e l'offerta dei servizi è molto limitata rispetto ad altre isole, molto più urbanizzate di Kythira.
Conviene quindi prenotare con largo anticipo!
Il suo nome
Il suo nome in greco "KYTHIRA"  è uno dei 7 toponimi greci più antichi e fu trovato inciso su una statua egizia del 1400 a.C. e questo dimostra quanto siano antiche le sue origini.
L'isola deve il suo nome alla dea dell'amore Afrodite, che anticamente veniva chiamata "Kytheria", e che la mitologia narra sia nata al largo delle sue acque  (anche se contende questa vicenda con Cipro, perchè alcune leggende raccontano sia anch'esso il luogo di nascita della dea).
Il nome più recente di Cerigo, o "Tsirigo", nacque da alcune distorsioni linguistiche nel corso dei secoli, ma in italiano è conosciuta come CITERA!
L'isola
Qualche info in generale, soprattutto perchè non esistono guide di Citera in italiano, e quindi speriamo che il nostro racconto possa essere utile a qualche viaggiatore!
Kythira è crocevia di tre mari:
il mar Egeo, il mar Ionio e il mare di Creta.
Data la sua posizione ha sedotto prima i pirati, poi ha ispirato molti artisti e adesso attrae i viaggiatori che cercano la Grecia autentica.

Kythira si trova a sud del Peloponneso, in una posizione piuttosto isolata rispetto alle altre isole greche, e dal punto di vista amministrativo fa parte dell'Attica.
Le sue coste sono lunghe oltre 50 chilometri.
Ha meno di 4.000 abitanti suddivisi tra una quarantina di paesi (complessivamente ci sono 66 villaggi, ma alcuni sono davvero minuscoli), ma la popolazione si concentra soprattutto a Potamos e alla Chora, il suo capoluogo.
I suoi 280 km quadrati offrono paesaggi vari che vanno da aree brulle e battute dai venti a zone verdi e rigogliose; la vegetazione è ricca di uliveti e aranceti, a tratti boschi di eucalipti, ma i terreni più vasti e aridi sono ricoperti da erica, ginepro, fichi e bellissime piante di capperi, che abbiamo trovato un pò ovunque.
L'attività agricola è basata sulla coltivazione di ulivi, vite, aranci e legumi, ma molto sviluppata è l'apicoltura.
Buonissimo e pregiato è il miele di timo ed eucalipto! Noi lo abbiamo comprato al mercato di Potamos... per le nostre indimenticabili colazioni con yogurt greco, miele e frutta!
Un pò di storia recente
Per comprendere un luogo bisogna conoscerne almeno un pò la storia.
La storia del '900 è un racconto di grandi migrazioni dal 1922 al 1945 principalmente verso l'Australia e poi anche verso gli Stati Uniti;  nel secondo dopoguerra la maggior parte dei giovani lasciò Citera, ormai impoverita da anni di occupazione.

Gli abitanti rimasti chiamano tuttora l'Australia "la grande Citera", con un pò di sarcasmo;  hanno stimato che in Australia i discendenti degli emigrati siano attualmente più di 60.000.
L'emigrazione verso l'estero è terminata negli anni '70.
Gli anziani che sono tornati magari non hanno mantenuto le tradizioni, ma hanno portato un certo benessere diffuso; ed ogni estate l'isola si ripopola degli emigrati che tornano con le famiglie ed i nipoti per le vacanze.
Il giornale distribuito gratuitamente "Kythera, summer edition 2019" alla sua 26.ma edizione, in inglese e greco, ci ha aiutato a capire qualcosa in più della  storia recente di Citera; viene pubblicato grazie all'amore per la loro terra d'origine di molti emigrati riuniti nella "Kytherian Association of Australia" e nella "Kytherian Association of Queensland". La prima edizione risale quindi al 1993 e in questi anni hanno portato avanti progetti di riqualificazione ambientale, di tutela della fauna, con l'obiettivo di mantenere un difficile equilibrio tra sviluppo del turismo e sostenibilità ecologica.
Quest'anno ad esempio presentano "Avlemonas Spring festival" dedicato all'orchidea selvatica, che si terrà ad aprile 2020.
Questo giornale dà informazioni sugli eventi dell'estate, le feste popolari nei villaggi, curiosità utili per scoprire l'isola, ma rappresenta soprattutto il legame che unisce Kythira con la grande comunità che vive in Australia; è bello leggere le lettere di chi torna dopo tanti anni e ritrova le tradizioni dei nonni.


Cosa fare a Kythira
Le bellezze naturali di Citera non hanno bisogno di presentazioni, ma se volete scoprirle in modo avventuroso, non mancano le possibilità.
Qui non troverete divertimenti sfrenati, locali alla moda o discoteche, ma potrete fare diverse attività se siete sportivi.
Potete percorrere l'isola in mountain bike, fare un tour in canoa da Kakia Laggada, scoprire il suo mare al Dive Center di Kapsali,  nuotare nella grotta dell'isola di Hytra con il Glass Bottom da Kapsali, ma soprattutto potete scoprire l'isola percorrendo i suoi sentieri.
Le escursioni sono consigliatissime in primavera e autunno, le stagioni migliori per chi ama il trekking.
l siti kytherahiking.com  e kytheratrails sono punti di riferimento per le camminate, i percorsi e le iniziative.

ilovekythera.com è un marchio creato da un gruppo che scrive e fotografa spinto dall'amore per questa terra. Se volete promuovere questa bella isola condividete le vostre foto sui social; trovate l'adesivo con il logo nella cartoleria di Livadi e potete postare le foto sulle vostre pagine di Instagram e Facebook!
Anche noi ci siamo divertiti a cercare l'adesivo e a portarlo con noi a spasso per Citera!
In fondo, un pezzetto del nostro cuore è rimasto qui, su questa bella terra dalle meraviglie nascoste! 

Il clima
In agosto abbiamo trovato giornate limpide e ventilate, con temperature tra i 28 e i 32 gradi.
Per qualche giorno il meltemi impetuoso ha soffiato dai 40 ai 60 km/ora condizionando un pò la scelta delle spiagge; gli abitanti ci hanno suggerito tre spiagge riparate dal vento da nord: Kapsali, Xalkòs e Melidoni.
Noi aggiungiamo anche Diakoftì, che è riparata dai venti e dalle correnti dall'isolotto del porto di fronte.
In primavera e autunno il clima è mite, la vegetazione è ricca; soprattutto i mesi primaverili offrono una natura rigogliosa, colline fiorite e un clima ideale per chi volesse fare trekking lungo i sentieri che congiungono i paesi dell'isola.

I trasporti
Due sono le principali agenzie di noleggio auto: Drakakis (a cui ci siamo affidati noi) e Panayotis, presente in varie località dell'isola.
In alta stagione conviene contattarli  e prenotare l'auto con anticipo.
Personalmente sconsigliamo lo scooter, ne circolano pochissimi.
C'è il servizio taxi;  dall'aeroporto a Kapsali, circa 30 km, abbiamo pagato 25 euro, prezzo onestissimo.
Difficile fare affidamento sui bus; nel periodo estivo luglio-agosto c'è una linea che collega i paesi principali Chora - Livadi - Potamos - Agia Pelagia, ma con pochissime corse.

KAPSALI, la baia di cui ci siamo innamorati
abbiamo soggiornato in questa meravigliosa baia sulla costa sud di Citera per tutto il periodo e ce ne siamo innamorati.
Si trova a 30 km dall'aeroporto, giusto per dare un riferimento pratico.
E'  la località balneare più turistica, vivace nei mesi di luglio e agosto, ma disabitata in inverno.
Le baie gemelle di Kapsali

La sua particolarità è che si affaccia su una doppia baia proprio sotto la Chora, il capoluogo dell'isola, con vista sul castello veneziano del 1503 fortificato su una rocca rocciosa.
Di sera le mura illuminate del castello sovrastano in modo suggestivo il paese di Kapsali e fanno da sfondo alla fila dei locali, taverne e bar che si snodano lungo la spiaggia della prima baia, fino al Faro della Capitaneria del Porto.
Qui si trascorrono le serate passando dal tavolino della taverna a quello del bar, godendosi il fresco sul mare.
La seconda baia invece è un luogo tranquillo con casette e piccoli giardini, dove regna il silenzio e la pace assoluta anche in pieno agosto!
A Kapsali vi sono solo due piccoli supermarket, e un unico negozio di souvenir molto grazioso; non vi è nient'altro, neanche il bancomat o la farmacia.
Qui ci si concentra soprattutto sul cibo, e la cucina locale è stato un aspetto molto gratificante di questi indimenticabili dodici giorni trascorsi sull'isola.
Ecco perchè i nostri ricordi di Kapsali sono legati alle indimenticabili cenette in riva al mare!
Dove mangiare a Kapsali
Queste sono le taverne che ci sono piaciute di più:
la Taverna Blastos è tradizionale, con piatti cucinati tipici Kytheriani; utilizza i prodotti della loro fattoria a Livadi e vende l'olio in piccole confezioni da 100 gr a 2 euro (come altre taverne in zona); buona la fava servita calda e il capretto in umido, piatto della domenica nella tradizione dell'isola; qui abbiamo mangiato una zuppa locale chiamata "Xinohondros": pasta di grano tritato e cotto nel latte di capra.
Il ristorante Magò è in fondo alla baia, praticamente sotto il faro, cucina tradizionale greca di carne e pesce fresco, frequentata dai turisti dei piccoli yacht ormeggiati di fronte, i suoi tavolini lungo la strada sono sempre pieni.
Trattamento è un locale nuovo, tutto bianco e azzurro, qui vi possiamo consigliare una moussaka davvero buona!
Alatarea è un ristorante nuovissimo, con le classiche seggioline azzurre; ha un menù vario di carne e pesce, i calamari ripieni alla griglia non si trovano facilmente a Kythira, quindi ne abbiamo approfittato.

La spiaggia di Kapsali

La baia di Kapsali è protetta dai venti del nord e la sua spiaggia di sabbia è comoda e spaziosa, in parte attrezzata (ombrellone + due lettini a 10 euro). Il mare è calmo e trasparente; anche nelle giornate molto ventose qui potete trovare un mare da favola, liscio come l'olio;  il fondale sabbioso non è profondo, l'ambiente è adatto alle famiglie con bambini.
Per chi volesse c'è anche un "diving center" tra le due baie.
A Kapsali vi è l'unico campeggio dell'isola, sotto gli alberi di una bella pineta, immerso nella natura, un pò rustico, con tante amache appese ai rami dei pini.
Tra le due baie svetta il Faro di Kapsali, costruito su progetto Britannico del 1854, in posizione davvero panoramica.

Con una breve passeggiata di dieci minuti, partendo dalla spiaggia, lo potete raggiungere e godere della vista a 360 gradi.
La sua torre è alta ben 6 metri!
Ai piedi del Faro ci siamo trovati di fronte al mare aperto, un blu intenso che ci ha regalato un senso di gratitudine, il vento fresco, il cielo azzurro, un momento davvero magico.
Qui potrete fare un servizio fotografico completo!
Proprio di fronte a Kapsali c'è l'isolotto di Hytra (o Kytra, o Chitra, o Hydra, potete trovarlo scritto in vari modi...) famoso per la sua grotta lunga 200 metri, al cui interno è possibile nuotare.
L'isolotto di Hytra visto dall'hotel El Sol

Proprio nei pressi del Faro di Kapsali parte la barca "Glass Bottom" che accompagna i turisti sull'isolotto con sosta per il bagno.
Il giro con la barca di Captain Spyros (a 15 euro) è una delle attrazioni di Kapsali: la grotta sull'isolotto è alta 22 metri e ci sono al suo interno bellissimi riflessi di luce.
Nuotare qui è sicuramente una bella esperienza, e la maschera la fornisce direttamente Spyros.

L'isolotto di Hytra è conosciuto anche con il nome di Avgò (che in greco significa "uovo'); secondo la leggenda fu il luogo di nascita della dea della bellezza e dell'amore AFRODITE!
Ogni isola greca che si rispetti è stata luogo di importanti o eroiche vicende...
La mitologia narra che le pudenda del dio Urano caddero in mare, fecondandolo e dando la vita alla dea Afrodite.
Un'altra caratteristica davvero unica di questo piccolo isolotto che ci ha tenuto compagnia per tutta la vacanza è che solo qui cresce un fiore giallo particolarissimo: la "sempreviva". 
La sua caratteristica è che rimane "vivo" e bello anche per molti anni dopo esser stato raccolto.

In alcuni negozietti della Chora, e al mercato domenicale di Potamòs, vendono dei piccoli mazzolini e oggetti artigianali decorati dal tipico fiore che cresce solo qui, almeno così ci hanno raccontato gli abitanti dell'isola.
E' raro ed è anche difficile da raccogliere; lo si trova solo più sull'isolotto di Hytra, e fiorisce soprattutto nel mese di giugno.
Appena sopra Kapsali, sulla parete rocciosa in posizione straordinariamente panoramica, vi è il minuscolo Monastero di Agios Ioànnis Engremmos, dove San Giovanni Battista iniziò a scrivere l'Apocalisse in una grotta scavata nella rupe.
Si tratta di un complesso con la Chiesa, la grotta, una costruzione con due celle e una cucina, a cento metri di altezza, in un contesto fantastico, dove una volta cresceva il fiore selvatico locale "sempreviva" ed ora ci sono tante piante di capperi.
Per raggiungerlo basta proseguire per una stradina sterrata sopra il campeggio di Kapsali e superare la bella pineta.
La Chiesa con l'annessa foresteria che ospitava 5/6 monaci, si ritiene risalga a circa 500 anni fa e venne ristrutturata nel 1725;  fu costruita in onore di San Giovanni che, arrivato da Roma, in questa grotta trovò l'ispirazione per l'Apocalisse, che poi scrisse sull'isola di Patmos, secondo quanto tramanda la tradizione.
In questa chiesetta suggestiva si celebra la nascita di San Giovanni il 24 giugno.
E' aperta dal lunedì al sabato dalle 8,30 alle 14,45, e la domenica dalle 17,30 alle 21,30.
Non vi potete perdere questo luogo per nessun motivo durante il vostro soggiorno a Kythira...  a meno che non soffriate di vertigini!
Dopo aver fatto un milione di foto al paesaggio mozzafiato a 360 gradi sulla doppia baia e sulla Chora, abbiamo salutato il ragazzo che ci ha dato tutte queste informazioni in inglese, e ci siamo diretti in spiaggia.  

CHORA, la vedetta sui tre mari

il vero gioiellino di Kythira, oltre che il suo capoluogo, è la Chora,  bellissima, curata e affascinante con le sue tradizionali casette bianche! E' un borgo fortificato costruito su una rupe rocciosa  e da qui si gode di una vista panoramica incredibile di Kapsali e della costa sud!
Un paesaggio spettacolare tra i più belli di tutto l'Egeo, che ci rimarrà impresso nella memoria come l'immagine-copertina di queste vacanze!
Nelle vie della Chora si mescolano stili di epoche diverse, eredità dei tanti popoli che hanno attraversato questa isola: passaggi e strettoie tipici veneziani (vicoli talmente stretti dove può passare una sola persona), casette bianche con il tetto piatto e le finestre blu nell'inconfondibile stile cicladico, chiese bizantine ed edifici costruiti sotto il dominio britannico.

La via principale della Chora è pedonale ed è sempre vivace ed affollata.
E' qui che si concentrano i negozi e le botteghe artigiane dove fare shopping.
Tra i souvenir di Kythira un posto d'onore è occupato dai mazzolini gialli di fiori sempreviva, e non potrete tornare a casa senza un piccolo ricordo con questo fiore locale!
Nella piazza principale c'è il Municipio, le banche, un piccolo giardino dove giocano i bambini.

Dove mangiare nella Chora:
se volete cenare qui non troverete molte alternative;  la prima è la taverna di Zorbas che è proprio lungo la strada pedonale dove si passeggia ammirando le vetrine graziose dei negozietti e i fiori che abbelliscono balconi e finestre; da Zorbas si mangiano solo piatti della tradizione a base di carne e  la sua terrazza è sempre affollata!

Una seconda possibilità è il ristorante Belvedere, con terrazza panoramica come suggerisce il nome; sicuramente meno tradizionale di Zorbas, perchè qui trovate anche la pasta e la pizza, ma non si mangia male.
Il suo ingresso si trova in questo grazioso vicoletto che vedete qui a fianco, molto gettonato per le foto!
Non mancano comunque locali e bar dove bere o mangiare ascoltando un pò di musica.

Abbiamo dedicato una mattina al Castello Veneziano della Chora, un tempo chiamato "gli occhi di Creta"  perchè guarda verso  tre mari della Grecia: lo Ionio, l'Egeo e il mare di Creta.
E proprio i veneziani fecero diventare la città di Citera il capoluogo dell'isola, per questioni di sicurezza, al posto dell'antica Paleochora di epoca bizantina.
Per entrare nell'area dell'antica fortezza del XVI secolo non si paga nulla,   solo due euro se si vuole visitare la "Collezione degli Stemmi e dei Sigilli" delle famiglie veneziane e citeriane.
Il Castello domina tutta la baia di Kapsali ed è in una zona davvero privilegiata per il panorama che offre: ogni ora del giorno regala luci e colori diversi.
Per le foto tenete conto che di mattina siete controsole, ma è aperto dalle 8 fino alle 19,45!
Il Castello fu costruito nel 1503 e anche se all'interno delle sue mura molti edifici sono in rovina, vi sono molte cose meritevoli di attenzione come l'Archivio Storico di Citera ospitato nel Palazzo del governatore veneziano, e le due Chiese contrapposte della Panagìa Myrtidiotissa e della Panagìa Orfàni.

La Chiesa della Madonna Myrtidiotissa, che qui vedete nella foto, fu costruita dai veneziani nel 1580, inizialmente cattolica e poi consacrata ortodossa nel 1806.

La Chiesa della Madonna Orfana, quella più piccola, appartiene ad una famiglia privata.

Passeggiando nell'area fortificata all'interno delle mura si possono vedere le antiche prigioni e le cisterne del vecchio acquedotto.
I Musei della Chora.
Alla Chora abbiamo visitato due musei, piccoli ma entrambi piacevoli, il primo legato alla tradizione ed al costume locale, il secondo prettamente storico.

La "Collezione della Tradizione di Lourandos" è a fianco della stazione di Polizia, lungo la strada pedonale in un locale che era il vecchio Municipio.
E' la raccolta di centinaia di oggetti della tradizione dell'isola, degli antichi mestieri, di abbigliamento, fotografie, libri ... Il proprietario, un vero appassionato della storia e del folklore locale, ha lui stesso collezionato e ricevuto tantissimi oggetti dagli abitanti di Kythira; molti di essi provengono dagli emigrati che sono ritornati dall'estero, soprattutto dagli Stati Uniti e dall'Australia.
Ci ha praticamente rapiti raccontandoci in inglese la storia curiosa di alcuni oggetti esposti; senza le sue spiegazioni non avremmo saputo dare un senso logico a molte cose.
Non è un vero museo, non vi aspettate un allestimento ordinato, ma è un salto nel passato di Kythira, che si apprezza di più con l'appassionata illustrazione del collezionista!

Il Museo Archeologico è sulla strada principale, all'ingresso della Chora, biglietto a 4 euro.  
Orari e giorni di chiusura: aperto dalle 8,30 alle 15,30, chiuso martedì e giovedì (info di agosto 2019), ma attenzione perchè in rete e sui depliant trovate altre indicazioni.
Negli anni '60 gli scavi archeologici nell'area di Paleopoli (che in greco significa "città vecchia') hanno portato alla luce delle necropoli minoiche ricche di vasi, utensili, oggetti in rame; molti di questi reperti sono oggi esposti  presso il Museo Archeologico del Pireo, ma vale la pena visitare anche questo minuscolo museo anche se non può competere con quello di Atene.
Il Museo Archeologico di Citera fu aperto al pubblico nel 1981 e dopo 25 anni, nel 2006, un forte terremoto che colpì l'isola lo danneggiò; il museo rimase chiuso fino alla nuova inaugurazione del 2016.
La prima sala espone reperti dell'età preistorica e classica, la seconda oggetti ritrovati durante gli scavi più recenti.

Tra i pezzi esposti più importanti troverete il "Leone arcaico di marmo di Kythira" del VI secolo a.C. (in foto),  oltre a statuine in bronzo dell'epoca minoica, oggetti in alabastro, ceramiche micenee, utensili e monete, il tutto a raccontare pezzi di storia di questa isola.
Abbiamo letto la storia curiosa del "leone di marmo":  fu portato dai veneziani all'ingresso del castello della Chora,  portato a Berlino sotto l'occupazione tedesca durante la II guerra mondiale, e riportato infine a Kythira.
Dopo il 2000 a.C. il piccolo villaggio di Kastri nell'area di Paleopoli divenne il più importante insediamento dell'isola e uno dei maggiori centri commerciali e navali di tutto il mar Egeo, e gli oggetti ritrovati durante gli scavi sono in parte esposti qui.

Nell'ultima saletta ci si ritrova invece nella vicina isoletta di Antikythira, dove gli scavi archeologici al "kastro di Aigila" ('castello" in greco, roccaforte dell'antica capitale dell'isola) sono condotti da studenti e volontari.
La antica Aigila risale al III secolo a. C. e fu in questo periodo che prosperò  diventando  il  covo dei  pirati,  finchè  negli anni  67-69 a.C.  i Romani condussero delle campagne contro i pirati causando l'abbandono dell'isoletta di Antikythira.
Bellissima è la stele funeraria di Philinna del I secolo a.C. proveniente proprio da Antikythira   (in foto).
"Un mondo fa un mondo, e il Cerigo un altro mondo": questo è l'antico detto veneziano che leggerete stampato su una parete che descrive la bellezza dell'isola, unica per la sua grazia; il mondo crea il mondo e Cerigo un altro mondo!

Il Monastero di Myrtidion

Il  Sacro Convento della Madonna del Mirto  (Monastery of Myrtidia) è sulla costa sud-ovest ed è il monastero più importante perchè la Madonna Myrtidiotissa è la protettrice dell'isola.
Qui è conservata la sacra icona della Madonna del Mirto, e viene celebrata due volte l'anno, il 15 agosto ed il 24 settembre.  
E' un complesso monastico molto frequentato dai fedeli, ben tenuto, con un giardino accogliente e circondato da numerose celle.
Vi consigliamo di visitare questo luogo così caro agli abitanti di Citera, e anche agli emigrati che tornano ogni estate, nel tardo pomeriggio, tenendo conto che chiude alle 20,00, perchè da qui potrete vedere uno dei tramonti più belli di tutta l'isola!

A Citera c'è una particolare usanza religiosa:  il "decapentismos".
Dal primo al 15 agosto i credenti possono rimanere nelle celle di tre monasteri dell'isola (Panagia Myrtidiotissa, Agìa Monì e Agìa Elessa) per il tempo necessario alla loro purificazione, facendo digiuno. "Decapende" in greco significa appunto 15, il numero di giorni di soggiorno dei fedeli, fino alla festa della Dormizione della Vergine il 15 agosto.
Dove vedere il miglior tramonto 
Se visitate il Monastero di Myrtidion, tornate indietro di un paio di curve sulla strada, e fermatevi in corrispondenza di una grande croce.
Potrete assistere al più magico degli spettacoli naturali:  un fantastico tramonto sul mare!
Per godersi il tramonto a Citera l'ideale è andare comunque sulla costa ovest; altri punti particolarmente suggestivi sono la cappella di Agios Nikolaos Krasas (San Nicola del vino) e il monastero di Agìa Elessa in posizione davvero panoramica.
Sono tutti raggiungibili in 10 / 15 minuti dal paese di Livadi.
Se dopo le cento foto di fronte al sole che si tuffa in  mare vi è venuta fame, potete spostarvi fino al villaggio di Tsikalaria: la Taverna Xegantzaros l'abbiamo sempre vista chiusa passandoci davanti all'ora di pranzo, ma è ottima per la cena: tradizionale, genuina, familiare ed economica.

 
Il Monastero di Agia Elessa
Da Livadi le indicazioni sono chiare: la strada è sempre asfaltata, anche se si restringe man mano salendo.
E' letteralmente sulla cima di una montagna; in qualsiasi momento della giornata è uno spettacolo, dal mattino al tramonto!
Noi ci siamo andati di mattina, ma se riuscite ad andarci verso sera, mandateci una foto del tramonto da qui!
Dopo aver lasciato l'auto nell'ampio parcheggio, ci siamo aperti il portoncino e siamo entrati nel cortile del monastero, tutto è bianco con un bel campanile che si staglia alto contro il cielo blu.
Il custode ci apre gentilmente la Chiesa, e ci spiega che si possono  fare solo una o due foto.

Ammiriamo le icone di questa bella chiesa ad una navata del 1871; tutto intorno ci sono venti celle in cui i credenti possono rimanere per purificarsi nella prima metà di agosto, secondo l'usanza locale del "decapentismos".
Da qui la vista è fantastica, la spiaggia di Melidoni è proprio sotto,  il vento però è fortissimo... è una lotta per non farci portare via di mano cellulare e macchina fotografica!
POTAMOS, la tradizione, la vera anima di Kythira
L'attrattiva principale della domenica mattina è il mercato di Potamos, dove contadini e apicoltori si riuniscono nella piazza principale tra i tavolini degli affollatissimi bar e propongono i prodotti locali: il pregiato miele di timo (che abbiamo comprato per fare un pò di scorta per l'inverno, perchè è buonissimo), i dolci tipici casalinghi e graziosi mazzolini di "sempreviva", il fiore giallo che cresce solo sull'isolotto di Hytra e rimane fresco per molti anni dopo esser stato raccolto.
Sui banchi del mercato trovate anche i libri che raccontano l'isola e le storie degli emigrati e delle loro comunità oltreoceano.
Ci siamo divertiti a curiosare, ma abbiamo anche fatto una bella spesa perchè i sapori ed i profumi esprimono la bellezza della terra; i contadini portano in piazza i loro figli, giovani ragazzini che possono vendere anche ai turisti parlando in inglese.

Potamòs è il centro abitato più numeroso, con i suoi 500 abitanti, vivace durante tutto l'anno e dotato di tutti i servizi, diversi negozi, l'ufficio postale, la banca, la farmacia, la stazione di polizia e, appena fuori dal paese, l'unico ospedale di Kythira.
E' qui che si svolgono le attività principali dell'isola; la domenica attira veramente un sacco di gente, è difficile trovare posto per un caffè in uno dei suoi kafenìon.
Potamòs fu il capoluogo nel periodo bizantino, mentre ora lo è la Chora, ma rimane un importante centro di aggregazione.
Se siete in questa zona sono comode le spiagge sulla costa nord-est, che però sono molto esposte ai venti che arrivano da nord; nelle giornate di meltemi qui troverete facilmente mare mosso.
KARAVAS, visita al forno più antico
Proseguendo verso nord da Potamos, dopo sei km si giunge in questo villaggio immerso nel verde.
Le sue case sono sparse sulla collina in una zona ricca di vegetazione, soprattutto di uliveti e aranceti.
Qui in questi gioni di agosto c'è il "Festival delle arance" organizzato dal circolo culturale "Portokalià", dal nome di un mitico albero di aranci che, secondo la tradizione, produsse centomila arance. Questa festa popolare, con balli tradizionali, cibo e tanta allegria,  sarebbe una bella occasione per immergersi nell'atmosfera autentica citeriana, ma noi da Kapsali siamo troppo lontani per tornarci la sera, e quindi ci limitiamo a guardare le foto sui social.
La valle è ricca di sorgenti, la più famosa è quella di Amir Alì.
Appena arrivati nel paese, si passa sotto un grande "arco" che dà il benvenuto e che fu costruito grazie alle donazioni degli emigrati, come la scuola del paese.
E' un borgo che, dopo essere stato quasi abbandonato, negli ultimi anni si sta ripopolando e sono molti gli stranieri che ristrutturano vecchie abitazioni.
Ma il motivo principale per andare a Karavas è il suo "panificio", il "traditional bakery".
Qui  trovate tantissimi biscotti (compresi quelli all'arancio), i tipici crostini all'olio di oliva, dolcetti tradizionali, in un edificio che ospitava il mulino e conserva gli antichi macchinari del forno.
Ovviamente anche noi abbiamo fatto un pò di scorta, così abbiamo continuato a fare colazione con i biscotti di Citera anche a Torino!
Da Karavas partono diversi sentieri pedonali, uno di questi percorsi conduce al Faro di Moudari, sul promontorio all'estremità a nord; il faro fu costruito durante la dominazione Britannica nel 1857 e, data la posizione, regala una vista fantastica.
Dato il caldo, però... il richiamo del mare ci porta sulla spiaggia di Platìa Ammos (ve ne parliamo più avanti, tra le spiagge) e il faro lo guardiamo solo in  foto su  visitkythera.com
MITATA, un paesino nell'entroterra
Abbiamo deciso di raggiungere questo villaggio tradizionale nella zona centrale dell'isola per pranzare in modo "rustico".
Sapevamo che qui si può visitare il vecchio "Frantoio di Favas"... ma presi dalla fame ci siamo dimenticati di cercarlo!
Fateci sapere se lo trovate.

Mitata è un paesino in una vallata verde dalla fitta vegetazione, dove si possono fare camminate lungo sentieri che attraversano il burrone di Tsakoma.
Il percorso, a tratti anche impegnativo, raggiunge antichi mulini ad acqua, sorgenti, grotte che custodiscono antiche chiesette, in un contesto naturale particolare che culmina in un canyon.
Ad essere sinceri noi abbiamo ammirato la vallata dall'alto, comodamente seduti ad un tavolino della Taverna Mikalis, lungo la strada vicino ad una grande e malconcia chiesa (qui sotto in foto).
Qui abbiamo mangiato la più buona moussaka in 20 anni di Grecia!!!
Non hanno gran varietà di menù, ma quello che hanno è locale e genuino. Abbiamo assaggiato il dolce tipico, una specie di frutta sciroppata servita su un piattino, preparata con un frutto che cresce solo qui a Mitata: il "milorodanikò", noto con il nome di "mammelle di Afrodite"; un'altra versione è con il cedro candito sciroppato, un modo dolce per finire il pranzo.
DIAKOFTI', il collegamento con il Peloponneso
Si trova sulla costa est, a circa 30 km da Kapsali.
Attualmente è il porto principale dell'isola, che la collega al vicino Peloponneso.
Chi arriva in traghetto approda sicuramente a Diakoftì; chi arriva in auto, come noi, ha la fortuna di vedere questa località in tutta la sua bellezza dall'alto.

Davvero uno spettacolo sono i colori del mare che toccano tutte le sfumature del blu e del turchese!
Il mare cristallino, la sabbia bianca e una striscia di palme regalano un panorama quasi da spiaggia caraibica.
Il porto rimane staccato perchè è situato sull' isoletta di "Macronisì" collegata al paese da un lungo ponte; dall'alto la vista è proprio splendida, anche se questa lunga striscia di asfalto ci ha lasciati un pò perplessi. L'armonia di questo paesaggio è certamente sfregiata da questo lungo ponte.
Poco a lato del porto, quasi appoggiata alla piccolissima isoletta di "Micronisì", si vede il relitto della nave da carico "Nordland" affondata nel 2000. Diakoftì offre alcune strutture che affittano appartamenti, alcuni bar e taverne.
La sua spiaggia è di sabbia fine, solo in parte attrezzata; il fondale è basso e sabbioso, adatto anche ai bambini.... ma la cosa che colpisce di più è il colore del mare e le sue fantastiche tonalità turchesi!
Sembra davvero strano poter trovare queste acque basse e cristalline, e così ricche di pesci, a pochi metri dal porto.
In questa baia protetta dal vento e dalle correnti potrete fare un bagno come in una enorme piscina!
AVLEMONAS, il borgo più pittoresco
E' sicuramente il villaggio più suggestivo e fotografato, molto curato, con fiori e vasi che decorano le case bianche e azzurre, le taverne e i bar con belle terrazze panoramiche.
E' la classica cartolina di Kythira!
Avlemonas è una insenatura rocciosa stupenda con il mare che si inserisce tra le rocce, formando una piscina dai colori meravigliosi dove fare il bagno; l'acqua è bassa, adatta anche ai bambini.
E' un villaggio di pescatori molto caratteristico dove fare una passeggiata lungo i sentieri che fiancheggiano la costa rocciosa, con un intero servizio fotografico!
E' uno dei pochi porticcioli dell'isola dove abbiamo visto ormeggiate alcune barchette di pescatori.

Proprio qui, nei pressi di Avlemonas, nel 1802 la nave Mentor di Lord Elgin naufragò con i Marmi trafugati dal Partenone, che furono poi recuperati dai pescatori di spugne di Kalymnos. Lord Bruce, conte di Elgin, che al tempo era ambasciatore presso il governo ottomano, vendette i Marmi in Inghilterra, che furono poi acquistati dal Parlamento e collocati nel British Museum, dove ancora oggi occupano un posto d'onore.
Questa vicenda piuttosto spinosa è ancora attuale: il Museo dell'Acropoli di Atene ne chiede la restituzione al British Museum; da secoli Grecia ed Inghilterra infatti si fronteggiano in merito a questa decisione.
Ultimo consiglio: se siete nei paraggi di Avlemonas non vi perdete un pranzetto a base di pesce nella Taverna Skandeia, ne parliamo più avanti (zona spiaggia di Paleopoli).
MYLOPOTAMOS, dove presente e passato si incontrano
La zona occidentale al centro di Kythira regala paesaggi assolutamente inaspettati, e Mylopotamos è il fulcro di questa area.
E' un villaggio tradizionale, molto animato e frequentato dai turisti perchè intorno vi sono diverse attrazioni da non perdere.
Qui si incontrano natura, paesaggi, mare e storia!
Appena arrivati in questo piccolo borgo abbiamo notato la Chiesa di Agios Sostis con il suo bel campanile che svetta (in foto).

Il vero perno di Mylopotamos è però la piazzetta adiacente, uno spiazzo sotto enormi platani, completamente occupato dai tavolini della Taverna Platanos, un vero must per tradizione, ma anche un ritrovo vivace per i turisti.
Qui abbiamo mangiato i più tipici dei piatti greci, gemistà e soutsoukakia, e ci hanno anche offerto il gelato... quando ripensiamo a questi pranzetti all'ombra dei platani ci assale una tale nostalgia!!
Ma torniamo ai punti di interesse da visitare: da Mylopotamos partono dei sentieri, peraltro molto ben segnalati.
Il trekking sull'isola è una attività molto praticata: i sentieri sono indicati in modo chiaro e in rete ci sono diversi siti che illustrano i percorsi.
Noi abbiamo seguito quello contrassegnato M41, lungo complessivamente 2,5 km, ma potete decidere di fermarvi in qualsiasi momento.
E' un sentiero pedonale immerso nel verde  che attraversa la valle boscosa; non è assolutamente difficile ma sono consigliate scarpe comode.

Dopo 500 metri si raggiunge la prima tappa:  la Cascata delle Nereidi, basta seguire "waterfall" (secondo la mitologia proprio qui vivevano le ninfe)!
E' una cascata naturale che forma un laghetto dai colori verde smeraldo illuminato dai raggi del sole che filtrano dalla fitta vegetazione.
Si può fare il bagno,  o meglio... una bella doccia rinfrescante.
Noi abbiamo solo ammirato il contesto naturale molto bello e proseguito sul sentiero finchè siamo giunti ad un minuscolo bar immerso nel bosco.
E' una piacevole e fresca passeggiata che si snoda lungo un torrente con alcuni ponticelli e più avanti antichi mulini ad acqua ormai abbandonati.
Non è un caso che in greco Mylopotamos evochi "mulini sul fiume".
Partendo dalla piazzetta si può raggiungere dopo 1,2 km Kato Chora, l'antico insediamento veneziano, che oggi è un minuscolo borgo dove si può vedere il vecchio castello (una semplice struttura rettangolare vuota) e delle chiese bizantine.
Se non siete camminatori incalliti, o se siete sotto il sole rovente, ci potete tranquillamente arrivare in auto, per poi proseguire verso la vera meraviglia di questa zona:  la GROTTA DI SANTA SOFIA.
Si trova a tre km da Mylopotamos, si può raggiungere attraverso un sentiero pedonale o più comodamente in auto: la strada è asfaltata, a picco sul mare.
Qui la costa diventa brulla ed esposta ai venti, il paesaggio cambia totalmente: dalla vegetazione rigogliosa con cascate, ruscelli e alti platani, si passa alla macchia mediterranea arsa dal sole.

Di fronte solo il mare aperto di un blu pazzesco e un cielo azzurrissimo!
Qui eravamo all'ingresso della Grotta, dove si formano piccoli gruppetti per la visita guidata in greco e in inglese, che parte ogni 30 minuti.
Sono stati i 5 euro più ben spesi di tutta la vacanza a Citera; non potete assolutamente perdervi questo spettacolo.
Per noi è stata una sorprendente meraviglia!
La grotta di Santa Sofia è aperta dal 1° luglio al 31 agosto con orario 11,00 - 18,30 (fino al 20 settembre orari ridotti, ma è meglio controllare prima).
Consigliate scarpe comode, per il percorso scivoloso.
La Grotta è interessante sotto l'aspetto storico, geologico, mitologico e ovviamente religioso; è rimasta sconosciuta fin quando uno speleologo citeriano l'ha scoperta nel 1930, ma solo nel 1955 sua moglie l'ha mappata in modo dettagliato.
Al suo ingresso vi è un Tempio in pietra del XIII secolo dedicato a Santa Sofia e alle sue figlie Elpida, Pisti e Agapi (Speranza, Fede e Amore) raffigurate da affreschi su una iconostasi del XIII secolo (sotto nelle foto).
In una zona più interna vi è una chiesetta costruita nel 1875 dagli abitanti del villaggio.
Usata per secoli per le cerimonie religiose, oggi viene celebrata la messa a fine settembre per festeggiare la nascita di santa Sofia.
Secondo la mitologia, invece, in questo luogo si sposarono Elena di Troia e Paride, proprio all'ingresso della grotta.
Questo spettacolo della natura ancora adesso non è stato interamente esplorato; la sua superficie è di circa 2200 metri quadrati e si spinge ad una profondità di 500 metri, anche se il percorso di visita ne attraversa circa 200.
Ci sono dieci ambienti di grande interesse geologico per la formazione di stalagmiti e stalattiti dai colori più diversi, che vanno dal nero al bianco al rosso.
Una parte della grotta fu usata come rifugio durante la II Guerra Mondiale e si vedono chiaramente le incisioni datate 1936 con i nomi di chi si era riparato qui.
Tutte queste informazioni sono illustrate dalla guida, ma la vera meraviglia la vedrete con i vostri occhi; si possono fare le foto, quindi vi potrete sbizzarrire!
LIVADI, un assaggio di Grecia rustica
E' un paese nell'entroterra, a sei km da Kapsali, che si snoda lungo la strada principale, con alcuni negozi non turistici, la farmacia, un centro medico, il bancomat, il supermercato ed il distributore di benzina, alcuni bar e  taverne, tra cui la super consigliata taverna Pierro's dove siamo tornati più volte. E' una taverna che più tradizionale non si potrebbe; se trovate un pò troppo alla moda i locali di Kapsali, questa taverna fa per voi (e anche per noi!!!). Pierro, il titolare, vi porta in cucina dalla moglie per vedere cosa bolle in pentola; qui abbiamo mangiato, oltre ai super classici come il "pastitsio", il briam, lo stifado con le cipolline... un piatto per noi nuovo: le polpette cotte nel brodo con limone e uovo, servite in brodo con le patate.
Livadi non è un villaggio turistico, ma nei suoi dintorni ci sono due punti interessanti dove fermarsi: il ponte di Katouni e la Chiesa dell'Ascensione (Analipsis).

Il Ponte di Katouni è a due km da Livadi, in località Katouni;   è un ponte in pietra costruito nel 1823 dagli Inglesi, lungo 110 metri e largo 6, con 16 metri di altezza e sostenuto da 13 arcate.
La leggenda narra che il Governatore Britannico Mackwell si innamorò di una fanciulla locale e fece costruire il "Katouni Bridge" per poterla raggiungere facilmente durante il periodo della dominazione inglese.
E' uno dei ponti più grandi costruiti dagli Inglesi in Europa.

In località Kato Livadi, a circa un km dal paese principale, invece trovate la bella Chiesa post-bizantina dell'Ascensione, Church of the Analipsis.
E' importante perchè ospita una collezione di opere d'arte bizantine e post-bizantine, con affreschi e oggetti sacri... che noi però non abbiamo visto perchè abbiamo trovato la Chiesa chiusa.
Abbiamo letto che apre dalle 9 alle 14,30 ed è chiusa il lunedì.

Le spiagge di Kythira

L'isola offre una ampia varietà di spiagge, alcune delle quali raggiungibili solo via mare o con strade sterrate impervie, ma molte invece sono comode.

Non siamo riusciti a vederle tutte, naturalmente, e questo potrebbe essere un motivo in più per tornare a Kythira; abbiamo scelto di rinviare al prossimo viaggio in particolare Melidoni e Limnionas, sicuramente belle e con strade panoramiche.
Alcune le abbiamo già raccontate, perchè sono i lidi di alcune località, come Kapsali e Diakoftì; le altre ve le presentiamo qui sotto, ma lasciamo per ultima la meravigliosa SPIAGGIA DI KALADI', la vera star di Citera, per noi in assoluto sul gradino più alto del podio!

La SPIAGGIA DI CHALKOS si trova a sud, pochi km a est di Kapsali, in località Kalamos. E' sicuramente una delle più belle e frequentate.
La strada è ben segnalata e diventa sterrata nell'ultimo chilometro; si arriva ad una stupenda baia semi-circolare, delimitata da scogli che diventano trampolini naturali per i tuffi dei ragazzi!
Il parcheggio è ampio, ma dopo mezzogiorno si riempie (almeno in agosto); la spiaggia è equamente suddivisa tra la parte libera e la zona attrezzata, ombrellone e due lettini qui a 12 euro.
La spiaggia di Chalkos

Il mare è una favola: trasparente e calmo, ideale per nuotare e per fare snorkeling.
La spiaggia è di ciottoli, molto affollata e piuttosto ventosa, comunque una vera bellezza!
A Chalkos c'è un chioschetto bar, ma noi preferiamo l'atmosfera genuina di una taverna greca e quindi ci siamo rilassati nella Taverna Ombrela, località Kalamos, semplice e a conduzione familiare.
Un luogo  da non perdere, sempre a sud e vicinissima a Kapsali, è la SPIAGGIA DI SPARAGGARIO  (o Sparangario): è una spiaggetta selvaggia, un piccolo triangolo di sassolini davanti al mare turchese!

Per raggiungerla occorre prendere un sentiero all'inizio di Kapsali, in alto, all'altezza di Aronis Apartments; consigliate ovviamente scarpe comode.  Per i più bravi si può raggiungere a nuoto o in pedalò dalla spiaggia di Kapsali.
Dietro la spiaggia ci sono dei percorsi in arrampicata, per chi fosse interessato.

Nel giorno dedicato alla zona a nord, ci siamo riposati un pò sulla SPIAGGIA DI PLATIA AMMOS, che è la più settentrionale. Il tratto di strada da Karavas alla spiaggia è asfaltato, e qui potete affittare l'ombrellone a 10 euro, ma se preferite la zona libera è molto ampia.

Platia Ammos

La spiaggia è di sabbia, spaziosa e poco affollata.
Noi abbiamo trovato il mare piuttosto mosso, ma la giornata di forte meltemi non garantiva certo mare calmo; questa baia è comunque in una posizione abbastanza riparata. Questo piccolo villaggio sul mare, una volta solo con qualche casetta di pescatori, oggi ha delle belle strutture che affittano studios e alcune taverne dove mangiare il pesce, cosa non scontata visto che a Kythira la cucina locale è a base di carne.
Noi abbiamo scelto la Taverna Varkoula, un pò  in alto rispetto alla spiaggia; abbiamo speso un pò di più rispetto allo standard dell'isola, ma il pranzo a base di pesce fresco è stato gratificante!
Ci siamo concentrati sulla costa a nord-est il giorno che siamo andati a Potamòs; soffiava piuttosto forte il meltemi e questo tratto di costa non è per niente riparato dal vento cha arriva da nord, quindi non ci potevamo aspettare mare calmo!
Prima di arrivare  al centro turistico  di Agìa Pelagìa,  abbiamo fatto una breve sosta  sulla  SPIAGGIA DI KAKIA' LAGKADA (o  baia di Kaki Langàda);  il mare è agitato per il meltemi che imperversa, la spiaggia è assolutamente selvaggia e deserta, ma a noi è piaciuta lo stesso!
Kakia Laggadi beach

I colori del mare sono stupendi, lungo la strada si lascia l'auto sotto l'ombra di un alberello e ci si gode in beata solitudine il paesaggio.
In questa località residenziale vi è una taverna e delle belle case che affittano gli appartamenti, rigorosamente  tutte  bianche e blu.

A fianco vi è la SPIAGGIA DI LAGKADA, anche qui sabbia mista a sassolini e ciottoli e stesso mare agitato.
Proseguendo per circa due km si arriva alla SPIAGGIA DI AGIA PELAGIA, comoda da raggiungere perchè si posteggia lungo la strada.
Vi è una lunga spiaggia con tratti attrezzati e tratti liberi; in genere è piuttosto affollata, ma noi la troviamo semi-deserta per il forte vento.

Il paese, uno dei pochi su questa costa, ha diverse taverne, case in affitto e negozi, ma non è particolarmente attraente; molte costruzioni, di cui alcune abbandonate, rovinano un pò il paesaggio.
Non ci entusiasma, quindi proseguiamo verso sud.
Non essendoci la strada costiera, bisogna tornare sulla strada principale centrale e deviare all'altezza di Aroniadika'.

Dopo una lunga strada asfaltata percorsa senza incontrare nulla, si arriva alla SPIAGGIA DI PALEOPOLI, una lunghissima spiaggia di sabbia mista a sassolini rossi e ciottoli, abbastanza riparata dal vento.
Il mare è calmo nonostante il meltemi.
Avevamo letto su alcuni siti che vi sono ombrelloni e punti ristoro (ma dove?), noi l'abbiamo trovata assolutamente selvaggia e semi-deserta.
In una giornata a metà agosto siamo a circa 300 metri dall'essere umano più vicino!
E' una distesa di sabbia  un pò rustica ma naturale, senza alcuna costruzione, solo qualche alberello e una formazione rocciosa verso il fondo che rende il paesaggio più armonioso.
Come vedete qui sotto... ci siamo sistemati in assoluta solitudine per un pò di relax!!!
Se siete in zona Paleoopoli e avete fame... cercate la "Taverna Skandeia" (pronuncia Skandia); è difficile spiegare dove si trova, ma con Google map è facile! Non vi è alcun paese, è l'area archeologica dell'antica Skandeia.
Dopo alcuni km percorsi in questa zona brulla, si arriva in questa taverna immersa nel verde e con ampio parcheggio.  Non è molto visibile dalla strada, ma è molto conosciuta per la sua cucina a base di pesce, non molto frequente visto che i piatti locali sono principalmente a base di carne e verdure. Nata nel 1975, cucina il pesce che arriva dai pescatori di Avlemonas, uno dei pochi villaggi di Citera dove potrete vedere qualche barca da pesca.

In una giornata in cui soffia impetuoso il vento da nord abbiamo deciso di andare comunque al mare; a nostro rischio scegliamo la SPIAGGIA DI KOMBONADA, sulla costa est, anche se sappiamo che con il meltemi le uniche zone riparate sono Kapsali, Chalkos e Melidoni.
Dopo aver lasciato la strada principale si percorrono diversi chilometri in assoluta solitudine, senza incontrare nulla e nessuno; la strada asfaltata attraversa una zona ricca di ulivi e arriva fino al mare che noi abbiamo trovato decisamente agitato.
La spiaggia di pietre e ciottoli è completamente deserta.
Vi è un bar, che però alle 10,30 del mattino non è ancora operativo.
Spiaggia di Kombonada

Gli ombrelloni e i lettini (che qui sono indispensabili) sono in parte invasi dalle onde.
Ci siamo goduti qualche momento questa spiaggia solitaria, le onde che si infrangono rumorose e la natura selvaggia come protagonista, ma per il relax siamo tornati nella nostra Kapsali.
In condizioni di tempo migliore, Kambonada sarebbe più attraente, soprattutto all'alba, per chi fosse mattiniero.
Ed ora, dulcis in fundo, la nostra spiaggia preferita, la regina di Kythira, la famosa SPIAGGIA DI KALADI'.
Vi siete dovuti leggere tutto questo poema per arrivare al pezzo forte dell'isola, esattamente come noi, che ce la siamo riservata per l'ultimo giorno della vacanza per chiudere in bellezza!
Dopo aver lasciato la strada principale, si percorrono interminabili chilometri su strada asfaltata in mezzo al nulla, fino ad arrivare sulla costa est. Da qui la vista dall'alto sulle vicine Paleopoli e Avlemonas è bellissima.
Arrivando a Kaladì si può lasciare l'auto nel parking della taverna (costa un euro) o scendere fino al parcheggio libero, che però non ha moltissimi posti. Noi siamo arrivati per primi, quindi abbiamo avuto il privilegio di posteggiare senza problemi, ma soprattutto ci siamo goduti questa bellezza in solitudine!
La spiaggia dall'alto è veramente incantevole, il panorama è una cartolina!  Davvero la più bella di tutta l'isola!!!
Alle 10 del mattino è, con nostra grande sorpresa, ancora deserta!
Solo noi e Kaladì, una meraviglia ...
Inutile dirvi delle cento foto scattate dall'alto, fino ad arrivare in fondo.
In genere si deve salire per andare in paradiso, qui invece si deve scendere una scala di 155 gradini in pietra (non credete ai vari siti che danno numeri diversi... li abbiamo contati uno per uno!).
Conviene portarsi acqua e viveri, oppure si può ordinare al ragazzo che scende dalla taverna per non dover rifare le scale.

Vi è una baia centrale, incorniciata da alte rocce che la riparano, e altre tre baie più piccole facilmente raggiungibili.
Ci sono angoli intimi dove sistemarsi, zone all'ombra, grotte, scogli, un mare fantastico dove fare snorkeling, insomma un paradiso!
A mezzogiorno comincia ad arrivare qualche persona in più, ma rimane tranquilla tutto il giorno.
Non ci sono ombrelloni da affittare, nè bar o taverne, e speriamo veramente che rimanga per sempre così incontaminata!
A questo punto non ci resta che augurarvi buon viaggio nell'isola di Afrodite... perchè se siete giunti a leggere fino in fondo significa che vi abbiamo incuriosito almeno un pò!  
Michela e Maurizio