L'isola della poetessa Saffo:
un tuffo nella Grecia più autentica.
ANTISSA: arrivati nella cittadina di Antissa, che si trova sul fianco della montagna, abbiamo fatto una passeggiata fino alla sua tradizionale e animata "platìa"; sotto l'ombra di enormi platani ci sono diverse taverne e caffetterie veramente affollate. Dopo chilometri percorsi tra vallate di ulivi e strade semi-deserte, questa piazzetta vivace ci mette allegria; ci dispiace non fermarci a bere qualcosa in compagnia di questi greci che chiacchierano animatamente. Antissa è una vera cittadina con tutti i servizi (polizia, centro medico, posta, farmacia...) ed è ben fornita di negozi alimentari di ogni genere e di supermercati.
Dopo le foto ricordo nella piazzetta, puntiamo dritti verso la spiaggia di Gavathàs.
GAVATHAS: si raggiunge attraverso una strada asfaltata di quattro km, ben segnalata uscendo da Antissa. In fondo alla vallata di ulivi si apre una baia ampia e circolare, tranquilla e riparata dai venti.
La lunga spiaggia di sabbia è corredata dai classici ombrelloni di paglia (assolutamente liberi) e da alcune panchine, e si può comodamente lasciare l'auto lungo la strada che costeggia la spiaggia.
La prima impressione non è di grande entusiasmo, perchè proprio a riva le alghe infastidiscono la vista, ma una volta sistemati, approfittando di un ombrellone libero, ci siamo goduti qualche oretta di relax.
Il mare è piatto, calmissimo ed il fondale sabbioso è basso, un pò come l'Adriatico, ma basta superare i primi metri dalla riva e le alghe spariscono!
Le correnti probabilmente tendono a portare le alghe in questa baia, che rimane comunque caratteristica, oltre che molto comoda.
In fondo vi è il piccolo villaggio con il porticciolo, dominato da una chiesetta bianca.
KAMBOS: proseguendo per una stradina semi-asfaltata abbiamo raggiunto la spiaggia di Kambos (o Kampos) inspiegabilmente deserta!
E' stata una piacevole sorpresa; sul web avevamo letto commenti negativi e invece siamo stati premiati per la nostra curiosità!!!
La spiaggia è comoda da raggiungere, è lunga circa due km, con una densità di presenze il 16 agosto di 4 persone per km.... completamente selvaggia; pur non essendo attrezzata dispone di una doccia e di un patio in legno per chi ha la fortuna di arrivare per primo!
MONTE LEPETIMNOS: abbiamo dedicato una giornata alla costa nord, in pratica l'area della "testa" dell'isola.
La zona è molto verde, con ampie distese di boschi, tanti fiumi e ruscelli che si riversano verso il mare, anche se in agosto sono asciutti.
La strada attraversa alcuni tradizionali villaggi di montagna che orlano le pendici del Monte Lepetimnòs, che raggiunge quasi i 1000 metri di altezza, e sono Vafiòs, il primo partendo da Molyvòs, Argenos, Sikamnià e Kliò. Il percorso è piacevole, a tratti ombreggiato dalla folta vegetazione, e poco trafficato tra questi piccoli borghi rurali.
Dobbiamo segnalare però che le uniche nuvole grigie e minacciose di tutta la nostra lunga vacanza le abbiamo viste proprio sotto le pendici del Monte Lepetimnòs, per il resto sempre cielo limpido e terso!
MONI' TAXIARCHIS: prima tappa di questa giornata a nord è al Monastero dell'Arcangelo Michele, appena fuori Mandamàdos.
Il Monastero è veramente gremito di fedeli, di turisti curiosi e di gitanti dei tour organizzati arrivati con i pullman, probabilmente anche più del solito visto che è domenica; anche se c'è molta confusione (tra fedeli eleganti e turisti in pantaloncini) l'atmosfera di festa è gradevole!
All'ingresso della porta esterna vi è l'icona dell'Arcangelo Michele (nella foto sopra), con il vestito, lo scudo e la spada in rilievo che scintillano d'argento.
L'interno del Monastero è decorato in modo sontuoso, ricco di icone del Santo a cui è dedicato, con lampadari scintillanti e dipinti meravigliosi, ma la cosa più importante è l'icona in rilievo del volto di San Michele, che viene esposta una volta l'anno il 29 settembre, che è stata plasmata dall'unico monaco sopravvissuto ad un attacco saraceno con il fango e il sangue dei monaci caduti.
Questa icona è venerata dai fedeli che arrivano anche da lontano, in quanto è l'unica icona ortodossa scolpita, in rilievo, e non solo raffigurata con immagini.
ASPROPOTAMOS: proseguendo per pochi chilometri a sud sulla strada costiera, comunque sempre panoramica e asfaltata, abbiamo raggiunto questa tranquilla località con poche casette di villeggiatura, compresa una bella casa acquistata dalla signora italiana incontrata a Mandamàdos.
Abbiamo pranzato nella taverna "Telonìo" sulla strada, con le classiche seggioline azzurre, la simpatia della ragazzina che ci ha accolti e il cibo genuino; i fiori di zucchini ripieni con il riso erano semplici e dolci.
Una pace assoluta.
Un luogo di relax da favola!
Le stradine sono spesso ombreggiate da pergolati, le case sono quasi sempre ben tenute, di piccole dimensioni e mai oltre i due piani, e costituiscono un insieme armonioso, dove nulla sembra fuori posto. I negozietti di souvenir, gli atelier, i mini-market e le botteghe degli artigiani lungo le strette vie fanno parte del paesaggio in modo equilibrato.
Vi sono alcuni turisti che curiosano cercando gli scorci migliori per immortalare i panorami, proprio come noi... ma pur essendo la località più frequentata di Lesvos, molto suggestiva sia di giorno che di sera con il castello illuminato, con ampia varietà di bar, ristoranti e hotel, mantiene una atmosfera romantica, rilassata, rispettosa e non dà mai l'impressione di essere troppo affollata!
Dal paese di Skala Eressos si snoda la sua spiaggia, lunga ben due chilometri, ampia e di sabbia chiara, bagnata da un mare calmo e trasparentissimo, ma anche parecchio freddo...
Ampi tratti sono attrezzati con gli ombrelloni, vi sono bar e alloggi ovunque, compresi dei particolari beach-bar a metà del litorale, un pò in stile spagnolo, ma anche se rimangono zone di spiaggia libera la confusione regna dappertutto!
In fondo, dalla parte opposta del paese, vi è un centro di windsurf e nelle giornate di vento il traffico in mare è notevole! In alcune zone dietro la spiaggia vi sono campeggiatori sparsi ovunque, compresi alcuni zingari insediati con le loro tende, che si alternano ai ragazzi in campeggio libero.
La cosa che ricordiamo con curiosità è uno stagno dove confluisce un fiume (con abbondante portata d'acqua anche in agosto) proprio a metà della lunga spiaggia, che ospita una infinità di pesci e di tartarughe che fanno capolino senza nessuna timidezza, mangiando il pane dalle mani delle persone!!! Noi avevamo giusto un sacchettino di pezzetti di pane conservati per l'occasione... e ci siamo divertiti un sacco a fare un intero servizio fotografico alle tartarughe!
Il complesso monastico è sorprendente per come è diffuso nella vallata; è composto da decine di chiesette con la cupola bizantina sparse in un'area di parecchie centinaia di metri.
La struttura è molto articolata, si può passeggiare tra le chiesette, o curiosare passando da un chiostro all'altro.
All'ingresso del Monastero di San Ignatios, questo il vero nome della Chiesa principale dal nome del prete che lo fondò nel 1526, vi è un bar e un ampio parcheggio, dove arrivano i pullman delle gite dei fedeli.
La struttura non è particolarmente curata, ma probabilmente oggi i monaci rimasti sono veramente pochi, e abbiamo avuto l'impressione che la loro unica pigra attività sia quella di indirizzare i visitatori nelle varie parti del monastero.
La Chiesa interna "KATHOLIKON" è aperta solo agli uomini; un custode apre il cancello spiegando alle donne che possono attendere facendo un giro. Maurizio rimane incantato dalla bellezza della Chiesa, dagli affreschi antichi ben conservati e li immortala facendo qualche foto per farmeli vedere.
La Chiesa di San Ignatios invece, di impronta più moderna, è decorata sontuosamente ed ha degli affreschi molto colorati (foto qui sotto).
Nel monastero è possibile visitare il Museo Ecclesiastico (due euro).
TERZA PARTE DEL VIAGGIO: la costa Sud di Lesvos.
Per l'ultima settimana ci spostiamo a Vaterà, a 60 km da Molyvòs, sulla costa meridionale.
Tutta l'area a sud del Golfo di Kallonì è molto verdeggiante; a colline di ulivi si alternano vaste pinete color verde brillante che contrasta con l'azzurro del cielo. Per alcuni tratti la strada si trasforma in viale alberato sotto filari di alti cipressi.
Il primo giorno, con un clima da favola, raggiungiamo la punta ad ovest di Vaterà, a circa quattro km: CAPO DI AGIOS FOKAS.
Peccato che invece la spiaggia non sia pulita; la sabbia è mischiata ad alghe, legnetti, pietre e foglie secche...
A dire il vero su nessun lido di Lesvos abbiamo trovato la mitica sabbia dorata, fine e vellutata.
Persone del posto ci hanno poi detto che sarebbe meglio non fare il bagno in tutto il Golfo perchè il mare "chiuso" è inquinato.. mah?... noi l'abbiamo trovato bello lo stesso!
SKALA POLICHNITOS: con l'auto abbiamo percorso la strada costiera lunga quattro km da Nifìda, che corre proprio sul mare.
Anche qui tante casette in tinte pastello con i giardini e gli orti, ma il piccolo paese è deserto, con un paio di taverne aperte ma assolutamente vuote e le altre chiuse o abbandonate, la spiaggia desolatamente senza un villeggiante.
E' un villaggio decaduto, che forse ha vissuto tempi migliori, anche se potenzialmente potrebbe essere come la vicina e vivace Nifìda.
La cittadina di POLICHNITOS, invece, è l'unica di discrete dimensioni in questa zona dell'isola; è vivace con i suoi bar, uffici, negozi e taverne frequentati però solo dai greci del posto, e non dai turisti.
Lì intorno, i rivoli d'acqua del fiume sono colorati ed il fenomeno è strano: le rocce assumono sfumature rossastre, mentre l'acqua è arancione con riflessi verdi. La portata in questo momento è al minimo, ma immaginiamo che con un maggior flusso d'acqua, il fenomeno sia ancor più evidente.
AGIASSOS: il tratto di strada per raggiungerlo da Vaterà, di oltre 30 km, scorre piacevolmente in mezzo a pinete e colline coltivate a ulivi; avvicinandosi alla zona montuosa, la natura diventa ancora più varia, orti e frutteti si alternano a boschi.
Agiassòs si trova ad un'altezza di 475 metri su un lato del Monte Olimpo e si inerpica sul versante della montagna con le sue stradine lastricate piene di negozi, laboratori di artigiani e gli immancabili kafenion, tutti affollatissimi.
E' una meta turistica che fa confluire qui tanti villeggianti, le gite che organizzano i tour con i pullman e tanti locali che arrivano dai villaggi intorno; ma pur essendo molto vivace, mantiene una atmosfera da paese di montagna. Accanto alle botteghe dei falegnami e degli intagliatori del legno, ai negozi delle ceramiche dipinte a mano, vi sono parecchi anziani che vendono i prodotti dei loro orti, le signore con il sapone fatto in casa, i bambini che aiutano i nonni a piazzare ai turisti qualche sacchetto di origano o qualche altra erba aromatica.
Notiamo con piacere che non ci sono molti articoli paccottiglia per turisti, magari made in China, ma prevalgono i prodotti locali e artigianali.
Il Santuario della Panagia di Agiassòs è una meta religiosa tra le più importanti della Grecia; non sapremmo fare una classifica, ma abbiamo letto che è seconda solo a Tinos. Ad ogni modo i pellegrinaggi dei fedeli, che dovrebbero arrivare a piedi da Mytilini, o dei semplici visitatori che arrivano in auto, sono davvero molti.
La Chiesa festeggia la Vergine Maria il 15 Agosto con celebrazioni solenni che durano 9 giorni, con le bancarelle per tutto il paese (un pò meno solenni...).
Noi l'abbiamo visitata domenica 24 agosto, al termine del periodo della ricorrenza, mentre si stava preparando il rito dei Battesimi, quindi in un momento di festa molto coinvolgente, e anche noi abbiamo mangiato il pane offerto in base alla tradizione ortodossa. Nel cortile vi è un Museo Ecclesiastico, che però abbiamo trovato chiuso.
L'icona della Madonna a cui è dedicata la Chiesa è quella della Vergine Maria miracolata portata dal prete imperiale Agatone di Efeso.
Il Santuario è imponente; l'interno è sontuoso per i lampadari, i candelabri, gli arredi cesellati e le alte colonne in marmo.