LESVOS

L'isola della poetessa Saffo:
un tuffo nella Grecia più autentica.

Agosto 2014.
L'idea di organizzare un viaggio a Lesbo (o Lesvos) nell'Egeo Settentrionale, proprio a ridosso della Turchia, è nata almeno tre anni prima di realizzarlo, durante una visita alla Borsa Internazionale del Turismo di Milano, dove l'Ente del Turismo locale ci aveva raccontato le bellezze dell'isola e deliziato con assaggi di prodotti tipici; abbiamo conservato il progetto e finalmente a febbraio abbiamo cominciato a programmarlo.
La vacanza a Lesvos per noi è iniziata molti mesi prima di partire, abbiamo studiato l'isola sui libri e letto dei tanti artisti e poeti che hanno tratto ispirazione dai suoi armoniosi paesaggi, abbiamo raccolto materiale sulle località e i musei da visitare, i piatti da assaggiare e i monasteri da scoprire.
L'abbiamo immaginata ancora prima di raggiungerla, ci ha affascinato ancora prima di vederla, quindi le aspettative erano alte e sono state assolutamente soddisfatte!

Lesvos è stata interessante,  genuina,  talvolta sorprendente,  sempre accogliente e ci ha regalato un periodo di vero relax,  una vacanza d'altri tempi senza il traffico a cui siamo troppo abituati, con le sue ampie spiagge tranquille e l'ospitalità della sua gente.
Lesvos è grande, è la terza isola greca per dimensione con i suoi oltre 1600 km quadrati.
E' stata patria di poeti e letterati  e teatro di vicende epiche e storiche per gli appassionati della letteratura, offre paesaggi naturali ricchi di sorgenti, fiumi e fauna,  ha un'area di primaria importanza dal punto di vista geologico (la foresta pietrificata), oltre a tante spiagge e al classico mare trasparente dell'Egeo,  .... eppure non è una meta turistica tra le più note ed è fuori dai circuiti del turismo di massa.  
Meriterebbe di essere sicuramente più visitata da chi cerca la vera Grecia lontano dai villaggi turistici  e dai classici negozi di souvenir!
E' un'isola frequentata dai greci e dai turchi, data la vicinanza geografica, e in misura minore dagli inglesi ed europei del nord, probabilmente per la possibilità di raggiungerla con voli aerei diretti.
I turisti italiani sono pochissimi, ma chi sceglie Lesvos è ricompensato dalle sue bellezze.

Le sue belle spiagge non sono mai affollate, e anche quelle attrezzate sono gratuite in tutta l'isola, a parte la spiaggia municipale di Mytilini; anche questo aspetto fa comprendere come l'atmosfera sia quella di una vacanza in un tempo passato!
In tutta l'isola non abbiamo trovato guide o mappe  in italiano ( a parte il materiale illustrativo al Museo di Storia Naturale di Sigrì) e quindi speriamo che questo racconto possa incuriosirvi al punto tale da partire alla scoperta di Lesvos!

IL NOSTRO VIAGGIO

  
Come al solito abbiamo prenotato i voli con largo anticipo, a febbraio avevamo già le idee chiare: partenza da Milano Malpensa con EasyJet per Atene, e volo interno lo stesso giorno per Lesvos con Olympic Air.
Quest'anno abbiamo deciso di non utilizzare i traghetti per i nostri spostamenti, e questo non ci dispiace per nulla, considerate alcune esperienze degli anni scorsi; in questo modo abbiamo il doppio volo aereo che fa lievitare un pò i costi del viaggio, ma  riusciamo ad ottimizzare i tempi della nostra vacanza.
I voli sono stati puntuali e il 12 agosto alle 8 di sera siamo atterrati all'aeroporto, che si trova a circa 10 km a sud della città di Mytilini (distanza percorsa con il taxi in pochissimi minuti a 10 euro), pronti per goderci la nostra prima cenetta greca! Tenete sempre conto che il nostro viaggio risale al 2014, quindi le informazioni e i prezzi vanno sempre verificati.
 
Programmando il viaggio di 16 giorni abbiamo deciso di dividerlo in tre parti, che sono coincisi con i nostri spostamenti, organizzati per poter raggiungere più facilmente le varie zone dell'isola:
 
1) inizialmente ci siamo goduti la capitale MYTILINI per un brevissimo periodo, sistemandoci in un piccolo hotel prenotato su Booking.com per sole due notti, vicino al centro e al porto; un soggiorno breve in città è l'ideale, prima di partire per il tour dell'isola.

Alla partenza dalla Chora abbiamo ritirato l'auto all'agenzia "Lesvos Car", proprio a 100 metri dall'hotel, che avevamo prenotato online da tempo; l'abbiamo noleggiata per 14 giorni e percorso complessivamente 950 km!
Per visitare l'isola l'auto è l'unica soluzione accettabile, perchè le lunghe distanze tra i paesi rendono scomodi scooter e motorini (consigliatissimi invece per soggiorni in Mytilini), e i mezzi di trasporto pubblici sono piuttosto rari.
2) Appena ritirata l'auto abbiamo percorso poco più di 60 chilometri per raggiungere la nostra nuova destinazione: gli Apartments Nadia di MOLYVOS, sulla costa settentrionale, dove abbiamo soggiornato per 7 giorni.

Ci ha accolti la simpatica Nadia,  e il primo impatto è stato subito positivo: lo studio è ampio e confortevole, con uno spazio all'esterno all'ombra di un ulivo con tavolino, sedie e sdraio in legno.
Ci siamo ambientati talmente bene che alla fine della settimana è stata veramente dura salutare Nadia e la gentilissima mamma Maria, che al mattino ci augurava il buongiorno portandoci una fetta di torta appena sfornata, i fichi del giardino o le uova fresche. 
Gli studios sono accessoriati e accoglienti come una vera casa, merito della cura di Nadia, che anno dopo anno completa i lavori di ristrutturazione della struttura.
3) La terza parte della vacanza l'abbiamo invece trascorsa a VATERA', sulla costa meridionale, a circa 60 chilometri da Molyvòs; siamo passati da nord a sud con l'idea di goderci  7 giorni di relax in questa zona costiera di belle e lunghe spiagge.

Abbiamo scelto gli Argo Apartments in base ad un racconto di viaggi sul web; il titolare è molto cordiale e disponibile a dare informazioni in italiano, che conosce molto bene essendosi laureato a Genova negli anni 70; abita e lavora con la sua famiglia a Mytilini, e solo in estate si trasferisce a Vaterà.
La struttura è recente e ben tenuta, è a pochi metri dal mare, quindi in una posizione comodissima come la maggior parte delle villette che si susseguono lungo la spiaggia.
Qui ci si puo' tranquillamente spostare a piedi, in bicicletta o in motorino, e l'attività più faticosa è quella di decidere quale costume indossare prima di uscire di casa!

Prima parte del viaggio:  MYTILINI.

Abbiamo dedicato alla capitale una giornata intera e le prime due serate del nostro viaggio.
La città ha circa 30.000 abitanti, ma in agosto è nel pieno della sua capacità di accoglienza ed il traffico lo dimostra!
E' una cittadina ben tenuta, costruita su 7 colli (proprio come Roma!...) e quindi si estende su un territorio collinare e ampie zone verdi.
E' ricca di palazzi signorili e ville d'epoca che le danno un'aria borghese, lontana dallo stile cicladico a cui noi siamo più abituati.
Vista dall'alto del suo "kastro" (castello in greco) è una distesa di case colorate dalle tinte pastello e dai tetti rossi, e si distende lungo la baia che rappresenta il suo porto commerciale e turistico.
La via centrale è via Ermoù, che durante il giorno è pedonale ed è molto vivace e colorata, piena di negozi di ogni tipo, dalle firme della moda, ai franchising internazionali che si trovano ovunque, ai negozietti che vendono i prodotti tipici locali.  
In via Ermoù si può fare un pò di shopping, anche perchè l'isola di Lesvos non offre altre opportunità commerciali come questa!
Non è casuale che le strade centrali in Grecia siano spesso intitolate ad Ermes, il dio greco del commercio.
La sera invece i negozi del centro sono chiusi, anche se la città è molto frequentata, i locali pieni di gente ed il traffico di auto e motorini molto intenso!
Quindi è meglio non soggiornare lungo il porto, un pò rumoroso! 
Via Ermou attraversa il quartiere musulmano, dove si incontra una antica Moschea (Glienì Tzami) un pò in decadenza; è segnalata da cartelli che indicano un percorso pedonale nella città, ma la si può vedere solo dall'esterno attraverso la cancellata.

Al mattino di buon'ora abbiamo fatto una bella passeggiata al KASTRO, il CASTELLO BIZANTINO  che domina la città sulla collina all'estremità del porto, circondato da una pineta.
Si può percorrere un sentiero intorno al castello che offre la vista sul mare e sulla vicina costa turca, e da questa posizione si comprende l'importanza di questa possente fortificazione costruita nel XIV secolo per difendersi dagli assedi. Dopo una perlustrazione esterna oltre le mura ben conservate, sotto il caldo sole greco, abbiamo trovato con un pò di fatica l'ingresso alla fortezza (al prezzo simbolico di 2 euro).
Il sito è interessante, anche se non curato come meriterebbe, e la visita è guidata da cartelli che illustrano le costruzioni.
L'elemento più importante dell'area è sicuramente un teatro ellenistico, con una ottima acustica, che può ospitare fino a 10.000 persone, dichiarato qualche anno fa ufficialmente "sito archeologico". 
Ma anche il castello bizantino merita di essere visitato, con le sue porte ottomane, i resti di una casa turca, le fontane e i bagni pubblici.
Vi è un seminario molto ben conservato dove gli studenti imparavano il Corano, l'Arabo, l'Astronomia e la Legge.
Invece i pochi resti di una chiesa dimostrano come il sito sia stato utilizzato per molti secoli, dapprima come antico Tempio pagano di Demetra,  poi come Chiesa Cristiana e infine come Moschea bizantina.  

La città di Mytilini (in italiano Mitilene), oltre a negozi e locali moderni, offre anche qualche caffetteria storica, e delle attraenti pasticcerie, un tempo frequentate da letterati e artisti, e ora dai turisti e dai numerosi universitari.
La chiesa imponente in stile bizantino con la sua cupola argentata che spicca su tutto l'arco della città è la Chiesa di Agios Thèrapon (Santo Guaritore) che vedete sotto in foto;  invece l'antica cattedrale, subito dietro via Ermoù, è l'importante Chiesa di Agios Athanasios (San Attanasio).
Dove mangiare a Mytilini:
Noi abbiamo pranzato in un ristorante del 1925 sul porto, zona centrale, "l'Estiatorio Aberof", molto classico con una atmosfera un pò troppo retrò, in contrasto con i moderni pub vicini.
La prima sera abbiamo cenato nel simpatico e informale "Meating", dove ovviamente si trovano solo piatti a base di carne, abbondanti ed economici.
La seconda sera è stata più romantica nel pittoresco porticciolo dei pescatori, sul lato opposto della baia di Mytilini, nel ristorante "To Palamiti": abbiamo ordinato pesce alla griglia, su consiglio del titolare, senza neanche guardare il menù...  e abbiamo mangiato bene e pagato poco.

Seconda parte del viaggio: Nord  e Ovest di Lesvos.

A Molyvòs abbiamo soggiornato una intera settimana, e la posizione a metà della costa settentrionale è perfetta per visitare tutta la zona nord di Lesvos. Il primo giorno, nel pomeriggio, siamo andati a EFTHALOU', una spiaggia a circa quattro km a est di Molyvòs, che si raggiunge con una comoda strada asfaltata disseminata di residence, studios e hotel, e servita anche dai pullman.
Il primo tratto di spiaggia è molto stretto e deludente; dopo un paio di curve la spiaggia si allarga, proprio di fronte alla omonima taverna Efthaloù,  e si allunga appena sotto la strada.
La spiaggia non è attrezzata, ma ha le docce pubbliche. 
E' una striscia di ciottoli grigi, purtroppo invasa da alghe che la coprono quasi interamente; il mare è pulito ma il fondale pietroso scuro non offre i colori che speravamo! Proseguendo di poche centinaia di metri si raggiungono le "TERME di Efthaloù",  una costruzione colorata annunciata dal cartello "Hot  Spring", dove si possono fare i bagni caldi termali al costo di 4 euro.
La rustica costruzione bianca di fianco è l'antico bagno termale.
La strada continua sterrata, come percorso cicloturistico, e raggiunge Sykaminià dopo 9 chilometri, ma noi non ci siamo avventurati.
PETRA:  il secondo giorno del nostro soggiorno è Ferragosto; ogni anno attendiamo con piacere il 15 agosto perchè è una festa religiosa molto sentita, che ci piace trascorrere secondo le tradizioni greche.
Scegliamo accuratamente la località più vicina dove si festeggia la Vergine Maria e puntiamo dritti verso PETRA, a soli quattro chilometri da Molyvòs, collegata da una bella strada panoramica, che offre il paesaggio da cartolina di entrambe le località, suggestive e colorate.
In questa giornata Petra è molto più vivace e trafficata del solito: si festeggia la Vergine Maria nella Panaghia Glycofylousa (la Chiesa della Madonna del dolce bacio)   e c'è veramente una bella atmosfera di festa, con le bancarelle sparse per il villaggio e le famiglie eleganti che si ritrovano per il rito della messa. Ma soprattutto è stata suggestiva la processione dell'icona della Madonna del Dolce Bacio dalla cima della Chiesa con tutti i fedeli accalcati sulla scalinata, i preti ortodossi nelle loro vesti solenni e i militari in parata.
A Petra ci siamo tornati successivamente, ma è stato bello vederla così gremita e suggestiva.
E' un villaggio pianeggiante sul mare, con la sua distesa di case ben ristrutturate, al cui centro si erge una collina rocciosa sulla cui cima si trova la chiesetta della Panaghia Glycofylousa, che si raggiunge tramite una scalinata di 114 gradini scavati nella roccia.
La leggenda narra di un marinaio approdato sulla costa a causa di una tempesta, che ritrovò l' immagine della Madonna  proprio sulla cima di questo sperone roccioso, e decise di costruire la chiesetta nel 1609 proprio in quel punto come ringraziamento per essersi miracolosamente salvato.
Petra è molto turistica, vi sono locali e negozi di ogni tipo, ma mantiene ancora l'atmosfera di un paese semplice e tradizionale.
La spiaggia di Petra è prevalentemente attrezzata, molto lunga, con ampi tratti liberi ma con i servizi comunque garantiti, con la classica sabbia grigia ed il mare calmo e trasparente.
E' una spiaggia che ispira il relax, adatta alle famiglie anche per la comodità.

AVLAKI:  da Petra, all'ora di pranzo, ci siamo diretti verso questa spiaggetta, soprattutto per le buone recensioni lette sulla sua taverna; l'abbiamo trovata molto affollata di greci che stavano festeggiando il Ferragosto, e non ci ha deluso, nonostante la lunga attesa.

La spiaggia di Avlaki è piccola e attrezzata, ma carina e sabbiosa.
Come nel resto dell'isola gli ombrelloni sono gratis per i clienti dei locali.
Il mare è calmo e limpido, e vicino c'è un porticciolo.
Proprio di fronte, vicinissima, si vede "l'isola dei conigli".
Questo breve tratto di costa merita una breve tappa.
AMPELIA:  questa spiaggia si raggiunge tramite una strada asfaltata di due km dalla estremità del villaggio di Anaxos, tra l'altro ben segnalata. Alcuni racconti in rete ci avevano ispirato, ma le nostre aspettative sono state deluse: la spiaggia è selvaggia, poco frequentata (al contrario delle vicine Petra e Anaxos) e non attrezzata, ma disordinata, non pulita, quasi interamente di pietre e ciottoli.
Non ci siamo fermati, ma comunque il verde paesaggio tra gli uliveti è piacevole (foto sopra) e ci dirigiamo nella spiaggia vicina.
Avventurarsi alla ricerca di un bel lido dove rilassarsi è l'attività principale della vacanza, e qui le strade sono sempre in buono stato.

ANAXOS:  il villaggio si estende lungo la strada principale a circa 500 metri dal mare, e diverse diramazioni portano alla lunga distesa sabbiosa, curata e pulita, prevalentemente attrezzata, ma con tratti di spiaggia libera assolutamente deserti (anche il 15 agosto!).

Anche qui gli ombrelloni sono gratuiti per i clienti dei bar, quindi ci siamo rilassati bevendo un nescafè frappè e facendo il bagno nelle acque limpide e tranquille.
La vista dalla lunga spiaggia di Anaxos è davvero bella, come in tutta la zona costiera: di fronte l'isola dei Conigli è vicinissima, e poco distante si vede la sagoma di Molyvòs dominata dal suo castello, che si trova a circa 5/6 km.
SKALOXORI:  la mattina seguente percorriamo la strada a nord-ovest (direzione Antissa) che è assolutamente deserta, salvo quando ci si avvicina a qualche paesino.

Arrivati all'altezza di Skaloxòri la strada si biforca, da un lato si evita il centro abitato, in alternativa si può attraversare il villaggio.
Skaloxòri  è piuttosto lungo ed esteso, caratteristico, con la consueta piazzetta all'ombra di un platano, costruito su un lato della collina in mezzo agli ulivi.
Qui la gente mantiene i ritmi tranquilli!
L'unico inconveniente è che la strada che lo attraversa è molto stretta!

ANTISSA:  arrivati nella cittadina di Antissa, che si trova sul fianco della montagna, abbiamo fatto una passeggiata fino alla sua tradizionale e animata "platìa"; sotto l'ombra di enormi platani ci sono diverse taverne e caffetterie veramente affollate.   Dopo chilometri percorsi tra vallate di ulivi e strade semi-deserte, questa piazzetta vivace ci mette allegria; ci dispiace non fermarci a bere qualcosa in compagnia di questi greci che chiacchierano animatamente.    Antissa è una vera cittadina con tutti i servizi (polizia, centro medico, posta, farmacia...) ed è ben fornita di negozi alimentari di ogni genere e di supermercati.

Dopo le foto ricordo nella piazzetta, puntiamo dritti verso la spiaggia di Gavathàs. 

GAVATHAS:  si raggiunge attraverso una strada asfaltata di quattro km, ben segnalata uscendo da Antissa.   In fondo alla vallata di ulivi si apre una baia ampia e circolare, tranquilla e riparata dai venti.

La lunga spiaggia di sabbia  è corredata dai classici ombrelloni di paglia (assolutamente liberi) e da alcune panchine, e si può comodamente lasciare l'auto lungo la strada che costeggia la spiaggia.

La prima impressione non è di grande entusiasmo, perchè proprio a riva le alghe infastidiscono la vista, ma una volta sistemati, approfittando di un ombrellone libero, ci siamo goduti qualche oretta di relax.  

Il mare è piatto, calmissimo ed il fondale sabbioso è basso, un pò come l'Adriatico,  ma basta superare i primi metri dalla riva e le alghe spariscono!  
Le correnti probabilmente tendono a portare le alghe in questa baia, che rimane comunque caratteristica, oltre che molto comoda.
In fondo vi è il piccolo villaggio con il porticciolo, dominato da una chiesetta bianca. 

KAMBOS:  proseguendo per una stradina semi-asfaltata abbiamo raggiunto la spiaggia di Kambos (o Kampos) inspiegabilmente deserta!   

E' stata una piacevole sorpresa; sul web avevamo letto commenti negativi e invece siamo stati premiati per la nostra curiosità!!!
La spiaggia è comoda da raggiungere, è lunga circa due km, con una densità di presenze il 16 agosto di 4 persone per km.... completamente selvaggia;  pur non essendo attrezzata dispone di una doccia e di un patio in legno per chi ha la fortuna di arrivare per primo!

La sabbia è fine e dorata, il mare calmo e trasparente, con dei bei riflessi di azzurro dati dal colore chiaro della morbida sabbia sul fondale.... insomma una enorme piscina da godersi in solitudine!
Le stradine che arrivano alla spiaggia sembrerebbero fiumiciattoli, anche se nei giorni di arsura estiva è tutto secco, e non vi è neanche l'ombra di fiumi o stagni.
Spiaggia promossa a pieni voti per la sua semplicità: solo natura e silenzio!

MONTE LEPETIMNOS:  abbiamo dedicato una giornata alla costa nord, in pratica l'area della "testa" dell'isola.

La zona è molto verde, con ampie distese di boschi, tanti fiumi e ruscelli che si riversano verso il mare, anche se in agosto sono asciutti. 

La strada attraversa alcuni  tradizionali villaggi di montagna che orlano le pendici del Monte Lepetimnòs, che raggiunge quasi i 1000 metri di altezza, e sono Vafiòs, il primo partendo da Molyvòs, Argenos, Sikamnià e Kliò.  Il percorso è piacevole, a tratti ombreggiato dalla folta vegetazione, e poco trafficato tra questi piccoli borghi rurali.  

Dobbiamo segnalare però che le uniche nuvole grigie e minacciose di tutta la nostra lunga vacanza le abbiamo viste proprio sotto le pendici del Monte Lepetimnòs, per il resto sempre cielo limpido e terso!
 

MONI' TAXIARCHIS:  prima tappa di questa giornata a nord è  al Monastero  dell'Arcangelo  Michele,  appena fuori  Mandamàdos.   

Il Monastero è veramente gremito di fedeli, di turisti curiosi e di gitanti dei tour organizzati arrivati con i pullman, probabilmente anche più del solito visto che è domenica;  anche se c'è molta confusione (tra fedeli eleganti e turisti in pantaloncini)  l'atmosfera di festa è gradevole!  

Come sempre i greci ortodossi partecipano alle celebrazioni in modo molto sentito, e in questa giornata portano a casa anche dei mazzolini di basilico (benedetti?) oltre al classico pane.
Il Monastero è circondato da una fortificazione massiccia; all'interno vi è un rigoglioso giardino, con zone per il riposo, un ampio bar e i servizi. Abbiamo l'impressione che chi viene in pellegrinaggio trascorra in questo luogo l'intera giornata.

All'ingresso della porta esterna vi è l'icona dell'Arcangelo Michele (nella foto sopra), con il vestito, lo scudo e la spada in rilievo che scintillano d'argento. 

L'interno del Monastero è decorato in modo sontuoso, ricco di icone del Santo a cui è dedicato, con lampadari scintillanti e dipinti meravigliosi, ma la cosa più importante è l'icona in rilievo del volto di San Michele, che viene esposta una volta l'anno il 29 settembre, che è stata plasmata dall'unico monaco sopravvissuto ad un attacco saraceno con il fango e il sangue dei monaci caduti.

Questa icona è venerata dai fedeli che arrivano anche da lontano, in quanto è l'unica icona ortodossa scolpita, in rilievo, e non solo raffigurata con immagini.

MANDAMADOS:  tappa successiva è la cittadina di Mandamàdos, centro principale dell'intera zona; nella via centrale vi sono alcuni negozietti,  quasi tutti chiusi perchè è domenica. La piazzetta dominata dall'imponente campanile della Chiesa è animata  e i kafenìon sono pieni di greci; le tradizionali stradine strette sono tranquille.
Abbiamo fatto shopping in un negozio di ceramiche dipinte a mano molto raffinate.  La zona è rinomata per la produzione e la decorazione di ceramiche e si incontrano diverse fornaci per la loro cottura.  
Quest'area è anche famosa per i suoi formaggi d.o.p. come il "ladotyri" (letteralmente formaggio all'olio) che viene stagionato nell'olio extravergine d'oliva.  
Mandamàdos è piuttosto estesa, il suo profilo disteso sul fianco della collina offre una bella vista delle sue case in pietra.

Abbiamo poi proseguito seguendo il consiglio di una signora italiana, e abbiamo modificato il nostro programma andando a sud:
il tratto di costa che va da PALIO fino a ASPROPOTAMOS è bellissimo, basso e riparato dal vento.
Si alternano spiaggette, porticcioli, scogli e piccoli borghi. La strada corre vicina al mare e permette di godere di scorci panoramici con casette disseminate ovunque e baie con il mare turchese!
AGIOS STEFANOS: è una bella spiaggia abbastanza lunga e orlata da una fila di tamerici che garantiscono un pò d'ombra in assenza degli ombrelloni. 

La spiaggia è misto ghiaia, sabbia e piccoli ciottoli colorati.
La ghiaia assume colori vivaci con i riflessi del sole e i ciottoli a riva diventano color rosso mattone o giallo ocra, molto suggestivo e particolare!
Il fondale è basso, turchese e trasparente.

ASPROPOTAMOS:  proseguendo per pochi chilometri a sud sulla strada costiera, comunque sempre panoramica e asfaltata, abbiamo raggiunto questa tranquilla località con poche casette di villeggiatura, compresa una bella casa acquistata dalla signora italiana incontrata a Mandamàdos.

Abbiamo pranzato nella taverna "Telonìo" sulla strada, con le classiche seggioline azzurre, la simpatia della ragazzina che ci ha accolti e il cibo genuino; i fiori di zucchini ripieni con il riso erano semplici e dolci.

Una pace assoluta.

Un luogo di relax da favola!

TSONIA:  tornando verso nord, e attraversando il villaggio di CLIO, che è ad una altezza di 350 metri, con una stradina lastricata che scende ripida fino in fondo al paesino, ci siamo rilassati sulla spiaggia di Tsònia.  
La strada è ampia e asfaltata, e arriva fino all'omonimo borgo, un piccolo centro di case di villeggiatura.
Per fortuna la spiaggia è tranquilla e poco affollata;  data la bellezza della baia e la comodità per raggiungerla temevamo una maggior confusione....  
La spiaggia di Tsònia è lunga circa 500 metri ed ha una caratteristica sabbia rossa, con qualche tratto di ghiaia, ampia e quasi interamente libera, ma con le solite docce e spogliatoi a disposizione.   Gli alberi alle spalle della spiaggia offrono ombra, ma bisogna tener conto che il pomeriggio il sole dura poco.
Il colore rosso della sabbia, tipico di questo tratto di costa, sul bagnasciuga regala dei riflessi spettacolari con l'acqua trasparente!
Sembra di camminare su un enorme campo da tennis immerso nell'acqua azzurra!
Veramente bella la baia ed i colori così diversi dal solito! 

MOLYVOS:  un capitolo a parte bisogna dedicarlo alla località più pittoresca e famosa di Lesvos.
Un primo consiglio pratico è quello di non andarci di lunedì: trovereste il Castello Bizantino chiuso.  
Noi abbiamo soggiornato a Molyvòs una settimana, ma gli abbiamo dedicato una giornata intera; è piacevole passeggiare per le stradine lastricate che si inerpicano sul pendio e si incrociano ogni tanto.

Tutto il villaggio è costruito con la tipica pietra rossa della zona, ed il rosso prevale anche negli elementi architettonici delle case, le ante delle finestre, i balconi, i tetti.

Le stradine sono spesso ombreggiate da pergolati, le case sono quasi sempre ben tenute, di piccole dimensioni e mai oltre i due piani, e costituiscono un insieme armonioso, dove nulla sembra fuori posto.  I negozietti di souvenir, gli atelier, i mini-market e le botteghe degli artigiani lungo le strette vie fanno parte del paesaggio in modo equilibrato.

Vi sono alcuni turisti che curiosano cercando gli scorci migliori per immortalare i panorami, proprio come noi... ma pur essendo la località più frequentata di Lesvos, molto suggestiva sia di giorno che di sera con il castello illuminato, con ampia varietà di bar, ristoranti e hotel, mantiene una atmosfera romantica, rilassata, rispettosa e non dà mai l'impressione di essere troppo affollata!

Una caratteristica di Molyvòs sono le fontane di pietra e marmo bianco, oltre alla pavimentazione delle stradine con la pietra rossa (la stessa usata per le costruzioni) che però, attenzione... è un pò scivolosa!
In fondo al paese c'è il porticciolo dove sono attraccate quasi unicamente le barchette  dei pescatori.
Dal molo si gode di una vista unica e spettacolare della baia e della collina su cui si arrampica Molyvòs, davvero un paesaggio da cartolina da immortalare in tante foto!
Fin qui arriva anche un trenino turistico che collega Molyvòs con Petra, che però noi non abbiamo preso.  
Il borgo intorno al porticciolo è un piccolo insieme di case e negozietti che vendono prodotti locali, ma soprattutto accoglie delle ottime taverne sempre affollate, con i tavolini proprio sull'acqua ed i classici polpi appesi ad essiccare al sole! 
La spiaggia del paese è proprio in fondo alla collina, con un pò di verde dietro e diverse strutture alberghiere, tra cui il famoso "Olive Press Hotel" ricavato da una fabbrica di olio di oliva (nella foto qui sopra). Questa spiaggia è una striscia di ghiaia piuttosto stretta, attrezzata e servita da ogni tipo di locale o servizio, musica inclusa; è naturalmente più frequentata di altre, ma non sovraffollata.  
Questo tratto è ben riparato, il mare calmo e la posizione è ottima per ammirare il tramonto.

Noi però abbiamo optato per la spiaggia n. 2, quella meno comoda: subito prima di Molyvòs abbiamo seguito l'indicazione di una taverna con piscina e  imboccato una stradina a lato dell'Hotel Delfinia.
E' una lunga spiaggia di sabbia (e qualche pietra sparsa) con alcuni alberelli, veramente unica per la vista panoramica che offre sull'intero promontorio di Molyvòs.
La spiaggia lunga quasi un chilometro è selvaggia, molto ampia e semi-deserta, a parte il primo tratto attrezzato con ombrelloni e lettini messi gratuitamente a disposizione dall'Hotel Delfinia.
Ci sembra inverosimile che un lido con annesso il paesaggio da cartolina così scenografico sia così poco frequentato! Ultima nota: il tratto finale è frequentato prevalentemente dai naturisti, ma spingendosi fino in fondo alla spiaggia si gode del paesaggio nel punto migliore.

E per finire, qualche immagine di Molyvos in versione romantica:

CASTELLO DI MOLYVOS (Kastro di Mìthimna): è una fortezza costruita nel periodo bizantino sulla collina rocciosa per difendersi dai turchi, passato sotto il dominio dei Veneziani nel 1128 e ristrutturato dal genovese Francesco Gateluzzo nel 1373.
Dal 1462 fino al 1912 rimase in mano ai Turchi che lo ampliarono nel corso del tempo e la sua cronologia storica ricorda gli eventi del Castello di Mytilini (anch'esso divenuto postazione militare dal 1912).
Il forte di Molyvòs è costruito in pietra grigia locale e trachite rossa.
Ha tre ingressi principali e uno minore, ogni lato misura circa 70 metri e si può visitare con soli 2 euro.
Le mura sono in buono stato di conservazione e dall'alto dei suoi bastioni il panorama è garantito: si spazia da Eftaloù,  la costa ovest,  Molyvòs e il suo porticciolo fino alla "vicinissima" costa della Turchia!
MONI' YPSILOU:  puntando verso la zona ovest dell'isola, ci siamo fermati in questo caratteristico monastero (letteralmente "Monastero Alto") ed il nome con cui è conosciuto anticipa la sua posizione!
Il Monastero,  che si presenta  come una fortezza  come altre chiese sull'isola,  è stato costruito  proprio  sulla vetta  di un cucuzzolo  alto 634 metri,  il monte Ordymnos, che è un roccioso vulcano inattivo la cui eruzione milioni di anni fa aveva coperto di lava tutta l'area circostante.
Arrivando da Antissa, dopo aver preso la deviazione per Sigrì, ci si trova davanti questo monte appuntito che sovrasta una zona brulla e arida, praticamente desertica, e intimorisce un pò l'idea di dover arrivare con l'auto fino in cima; ma la strada è asfaltata e a senso unico, per cui ci si può godere il suggestivo panorama, senza preoccuparsi di incontrare qualcuno in senso contrario.

Il Monastero è ben conservato,  protetto da mura difensive esterne, con un piccolo giardino interno pieno di ortensie fiorite curato da due monaci che vivono qui.
Uno dei monaci, sentendoci parlare, ci ha aperto la porta del MUSEO ECCLESIASTICO, al primo piano (ingresso libero, ma gradiscono l'offerta) e scopriamo con stupore un vero tesoro: nelle sale ordinate sono esposti antichissimi manoscritti, tutti catalogati e datati, testi anche di oltre mille anni fa, oggetti e paramenti sacri.

Con discrezione e rispettoso silenzio visitiamo il piccolo Museo, e proseguiamo la visita salendo la scala del cortile fino alla terrazza delle campane! Qui lo spettacolo lo assicura invece la natura: il niente assoluto delle montagne che circondano il Monastero stupisce più di qualsiasi altra cosa! Il paesaggio è lunare, non vi è traccia di vegetazione se non nella vallata in fondo, e sulla cima di questo monte il vento sferzante fa impressione!
L'unico rumore che si sente arriva dalle folate del vento, anche perchè siamo gli unici visitatori.
Siamo entrati infine nella Chiesa di S.Giovanni Teologo, riccamente decorata (ricostruita nel 1967 dopo un incendio) e con un suggestivo ed enorme lampadario in legno con le candele.
Lasciato il Monì Ypsilou abbiamo percorso alcuni chilometri in direzione di Sigrì in un contesto davvero insolito; la strada corre alta da un promontorio all'altro di deserto assoluto, con il diversivo delle pale eoliche in alcuni tratti ed è un paesaggio così arido, silenzioso e ventoso da sembrare un altro pianeta....
La strada non è per nulla trafficata, ma su ampi tratti la stanno allargando; sono in corso lavori di sbancamento con enormi mezzi, sembra che vogliano fare una autostrada... Abbiamo saputo successivamente che stanno potenziando il collegamento tra Mytilini e Sigrì ed i lavori sono finanziati dall'Unione Europea. Considerate che il nostro viaggio risale al 2014, quindi se avete notizie più recenti sull'avanzamento lavori, fateci sapere!

SIGRI':   Avvicinandoci alla costa, il paesaggio ritorna ad essere verde, alcuni fiumiciattoli arrivano a fondo valle (ma in altre stagioni) e si riconosce la sagoma di Sigrì, un paesino caratteristico per le sue casette tutte bianche, così diverso dagli altri villaggi nel nord di Lesvos costruiti prevalentemente con la pietra scura.
Il paesaggio dall'alto merita una serie di scatti fotografici: il porticciolo di Sigrì, la costa frastagliata dove il mare penetra in profondità i terreni verdi,  le casette sparse con i loro giardini, e soprattutto l'ISOLA DI NISSIOPI che si allunga davanti alla penisola di Sigrì proteggendola da venti e correnti.
L'insieme è molto scenografico e l'orizzonte limpido regala dei bei colori in contrasto: il blu del mare, il bianco del paese ed il verde della baia.
Proprio alla fine della penisola c'è la Fortezza di Sigrì, costruita intorno al 1750 dai turchi in questa posizione strategica per difendersi dai pirati.
Questo castello è un esempio di architettura araba, costruito alternando pietre rosse e bianche e si è conservato abbastanza bene.
La nostra meta principale però era il  MUSEO di STORIA NATURALE della FORESTA PIETRIFICATA   (aperto tutti i giorni dalle 9,00 alle 18,00 - biglietto  5 euro). Il Museo, aperto nel 1994, cattura l'attenzione del visitatore con pannelli espositivi in inglese e in greco, bacheche ricche di fossili provenienti dalla stessa Lesvos, ma anche da altre aree del pianeta, strumenti multimediali, ricostruzioni della storia geologica dell'Egeo e dell'attività dei vulcani.
Sono esposti esempi di rocce molto belle, e curiosi monitor presentano in tempo reale l'attività sismica sul territorio greco ed il tracciato dei sismografi di Salonicco e di Sigrì.  Il contenuto del Museo è talmente ampio che è impossibile da descrivere; peccato che non si potessero fare le foto nelle sale interne per immortalare i preziosi fossili vegetali e animali, oltre alle cartine illustrative dei fenomeni geologici.
Nel giardino esterno, dove invece si possono scattare foto, vi è un anfiteatro dove organizzano eventi legati al Museo, ed un sentiero con alcuni fossili delle piante pietrificate trovate nella zona della foresta.
Vicino al Museo parte un altro sentiero che porta al SIGRI PARK, dove si può camminare per ammirare alcuni tronchi di alberi e radici fossilizzati, in un'area di circa due ettari.
La zona più famosa da visitare è però la FORESTA PIETRIFICATA, un'area di 28 ettari con la più grande concentrazione di tronchi fossili nella loro posizione originale, esattamente come erano 20 milioni di anni fa quando furono investiti dalla lava del vulcano dove oggi sorge il Monì Ypsilou.
Noi, però, al caldo sole del "Petrified Forest Park" abbiamo preferito il "refrigerio" della SPIAGGIA di SIGRI,  nel senso che il vento da nord che da due giorni era arrivato a Lesvos, ci ha fatto patire l'eccessivo rinfrescarsi dell'area... in conclusione niente bagno per il freddo!
La spiaggia è di fianco al paese, all'inizio è attrezzata, ma diventa libera e poco affollata proseguendo di pochi metri, con alcuni alberi lungo la strada. E' lunga e stretta, prevalentemente di sabbia ma con tratti di ciottoli; il mare è calmo e trasparente, e il fondale è basso.
La baia è protetta dall'isola di Nissiopi proprio di fronte e offre una bella vista sul paesino tutto bianco di Sigrì.
Noi ci siamo capitati in una giornata molto ventilata e con temperature piuttosto fresche, che non ci hanno invogliato a goderci il bel mare piatto e limpido. Peccato!...

FANEROMENI:  Per pranzo ci siamo spostati verso nord, sulla spiaggia di Faneromeni a due km da Sigrì, che sconsigliamo quando il vento soffia da nord!

La spiaggia è lunga e spaziosa, assolutamente libera e selvaggia; noi abbiamo trovato il mare mosso (infatti non è riparata  come la vicina baia di Sigrì), ma il gestore del bar ci ha assicurato che non è sempre così... e che il giorno successivo sarebbe stato calmo.
Per raggiungerla bisogna seguire le indicazioni del "beach bar Faneromeni", un bar sperduto su questo lido deserto in balia dei venti, dove abbiamo pranzato con dakos e insalata greca spendendo pochissimo!
L'ultima tappa della giornata è sulla costa sud; dopo aver ripercorso la strada fino al bivio principale, abbiamo deviato per ERESSOS e gradualmente il paesaggio arido e brullo torna a riprendere un pò di colore, fino a quando si raggiunge la fine della vallata che diventa rigogliosa. Superato il villaggio di Eressòs, famoso per essere il luogo natale della poetessa Saffo, una strada lunga circa 3-4 chilometri immersa nel verde porta alla località più turistica della zona:

SKALA ERESSOS è frequentata da ogni tipo di turista, internazionale, omosessuale, hippie, nonchè dalle classiche famiglie con bambini; accontenta un pò tutte le esigenze data l'ampia varietà di locali che offre.
Non è propriamente il nostro genere..., anche se a dire il vero, dalle letture di alcuni racconti di viaggio, ci aspettavamo una località più "cittadina".
Rimane comunque un villaggio che non stona nel contesto del paesaggio, anche se un pò troppo caotico.

Dal paese di Skala Eressos si snoda la sua spiaggia, lunga ben due chilometri, ampia e di sabbia chiara, bagnata da un mare calmo e trasparentissimo, ma anche parecchio freddo...

Ampi tratti sono attrezzati con gli ombrelloni, vi sono bar e alloggi ovunque, compresi dei particolari beach-bar a metà del litorale, un pò in stile spagnolo, ma anche se rimangono zone di spiaggia libera la confusione regna dappertutto!

In fondo, dalla parte opposta del paese, vi è un centro di windsurf e nelle giornate di vento il traffico in mare è notevole! In alcune zone dietro la spiaggia vi sono campeggiatori sparsi ovunque, compresi alcuni zingari insediati con le loro tende, che si alternano ai ragazzi in campeggio libero.

La cosa che ricordiamo con curiosità è uno stagno dove confluisce un fiume (con abbondante portata d'acqua anche in agosto) proprio a metà della lunga spiaggia, che ospita una infinità di pesci e di tartarughe che fanno capolino senza nessuna timidezza, mangiando il pane dalle mani delle persone!!! Noi avevamo giusto un sacchettino di pezzetti di pane conservati per l'occasione... e ci siamo divertiti un sacco a fare un intero servizio fotografico alle tartarughe!

MONI' LEIMONAS:  nell'ultimo giorno di soggiorno a Molyvòs abbiamo deciso di raggiungere il Golfo di Kallonì, con alcune deviazioni che ci sembrano interessanti. La prima è il MONASTERO LIMONAS (che significa "prato'), appena prima di Kallonì arrivando da Petra, dopo il piccolo villaggio di Dàfia.

Il complesso monastico è sorprendente per come è diffuso nella vallata; è composto da decine di chiesette con la cupola bizantina sparse in un'area di parecchie centinaia di metri. 

La struttura è molto articolata,  si può passeggiare tra le chiesette,  o curiosare passando da un chiostro all'altro.

All'ingresso del Monastero di San Ignatios, questo il vero nome della Chiesa principale dal nome del prete che lo fondò nel 1526,  vi è un bar e un ampio parcheggio, dove arrivano i pullman delle gite dei fedeli.

La struttura non è particolarmente curata, ma probabilmente oggi i monaci rimasti sono veramente pochi, e abbiamo avuto l'impressione che la loro unica pigra attività sia quella di indirizzare i visitatori nelle varie parti del monastero.
La Chiesa interna "KATHOLIKON" è aperta solo agli uomini; un custode apre il cancello spiegando alle donne che possono attendere facendo un giro. Maurizio rimane incantato dalla bellezza della Chiesa, dagli affreschi antichi ben conservati e li immortala facendo qualche foto per farmeli vedere.

La Chiesa di San Ignatios invece, di impronta più moderna, è decorata sontuosamente ed ha degli affreschi molto colorati (foto qui sotto).          

Nel monastero è possibile visitare il Museo Ecclesiastico (due euro).

AGIA PARASKEVI':  tappa successiva è stata questa incantevole località immersa nel verde, a quattro chilometri dalle saline di Kallonì.

Passeggiando nelle vie centrali ombreggiate da rigogliosi alberi e animate da tanti classici kafenion pieni di greci che si godono il loro ouzo, si ha l'impressione che sia un luogo frequentato da  famiglie borghesi per i suoi eleganti palazzi dai colori pastello e ville in stile classico dall'aria nobile.
Qui in foto il Municipio di Agia Paraskevì, che in greco significa Santa  Venerdì.
Il "MUSEO DELLA PRODUZIONE DELL'OLIO DI OLIVA", si trova subito prima di entrare in paese.  
Il costo del biglietto di 3 euro è irrisorio rispetto alla valida e interessante esposizione. 
L'antico frantoio comunale, nato e prosperato grazie ai contributi ed alla solidarietà patriottica dei greci di Lesvos emigrati alla fine del 1800 in tutto il mondo che donavano soldi, ai quali è stata dedicata una parte del Museo come benefattori, è stato chiuso nel 1967 a causa dell'arresto dei membri del Consiglio Comunale da parte dei colonnelli del regime della dittatura. E' divenuto centro culturale nel 1985, fino a quando la Fondazione della Banca del Pireo ha fondato il Museo nel 2004.
L'edificio principale in pietra, ben ristrutturato, espone tutto il ciclo produttivo, dallo scarico dei sacchi di olive (da notare le due porte in alto a cui si accede da scale esterne che servivano per scaricare le olive direttamente nei due frantoi), alla loro spremitura a pietra, fino alla separazione dell'olio dall'acqua.
I vecchi macchinari sono imponenti, luccicano talmente sono stati ben recuperati. 
Appena siamo entrati, il custode li ha messi in funzione solo per noi ed è stato emozionante!

Il Museo è molto interessante e didattico, ben spiegato da pannelli, fotografie e materiale digitale, utile per capire lo sviluppo delle tecniche e le innovazioni tecnologiche che nel corso del XX secolo hanno modificato tutto il ciclo di produzione dell'olio d'oliva.
Nelle costruzioni adiacenti sono esposti costumi, attrezzi da lavoro, fotografie, video e curiosità che illustrano la realtà sociale ed economica della zona legata così strettamente alla coltivazione delle olive e alla loro trasformazione.
Dopo la mattinata "culturale", abbiamo oltrepassato la cittadina di KALLONI', ampia e moderna, parecchio trafficata da residenti e turisti, che si estende in una zona pianeggiante molto vasta proprio al centro del Golfo di Kallonì, proseguendo verso la costa nella sua località marina,

SKALA KALLONI': Questa zona è verde, vari corsi d'acqua confluiscono nel golfo, e una vasta area centrale della regione, da sud a nord, è coperta da pinete e distese di boschi, oltre agli immancabili ulivi.
Anche la strada che porta da Kallonì al suo porto, lunga circa quattro chilometri, è a tratti un viale alberato.

Skala Kallonì non è un villaggio dei più caratteristici, anche per la conformazione piatta e pianeggiante del suo territorio, ma ha diverse strutture turistiche e molte taverne proprio di fronte al porticciolo, che accoglie unicamente le barche dei pescatori, numerose e tutte colorate. 
Arrivando al porto si intuisce qual è l'attività principale della zona: la pesca, in particolare delle sardine (che qui vengono anche lavorate e inscatolate per raggiungere mercati anche lontani), ma anche dei frutti di mare e dei tartufi di mare.  
La spiaggia di Skala Kalloni' è di fianco al villaggio, molto riparata dalla baia circolare, che dà l'impressone di essere in un lago. E' lunga e sabbiosa ma la sabbia non è fine e setacciata, dato l'ambiente naturale molto particolare ricco di vegetazione, alghe, conchiglie e pigne.
La cosa più curiosa però è la vegetazione anche in mare; il fondale sabbioso è bassissimo e pieno di pesciolini, conchiglie, granchietti, ma soprattutto di alghe che ondeggiano leggermente.
L'acqua è caldissima e calma, relativamente trasparente; nel complesso la spiaggia è da visitare, anche solo per curiosità, proprio perchè collocata in questo ambiente naturale.


TERZA PARTE DEL VIAGGIO: la costa Sud di Lesvos.

Per l'ultima settimana ci spostiamo a Vaterà, a 60 km da Molyvòs, sulla costa meridionale. 

Tutta l'area a sud del Golfo di Kallonì è molto verdeggiante; a colline di ulivi si alternano vaste pinete color verde brillante che contrasta con l'azzurro del cielo. Per alcuni tratti la strada si trasforma in viale alberato sotto filari di alti cipressi.
Il primo giorno, con un clima da favola, raggiungiamo la punta ad ovest di Vaterà, a circa quattro km: CAPO DI AGIOS FOKAS.

Proprio dove finisce la strada vi è un porticciolo con le barchette dei pescatori, la taverna Akrotiri, la chiesetta bianca di Agios Fokàs e, di fianco, i resti di un antico Tempio di Dionisio (Naos Dionysiou), pochi per la verità e segnalati dal solito cartello marrone.
Da questo posizione strategica, (non è un caso che  in zona vi sia una postazione militare) ci si rende conto di quanto sia lunga la spiaggia di Vaterà!
Tornando verso Vaterà, in questo breve tratto di strada tra campi infiniti di ulivi coltivati, ci imbattiamo in un altro sito storico ben segnalato:  il Pozzo di Achille (l'Achillio Pigadio), un antico e profondo pozzo in pietra dove si racconta andasse a dissetarsi proprio Achille quando sbarcava su questi lidi con le navi del suo esercito.
Dopo questa breve immersione nella storia dell'Iliade, decidiamo di immergerci nelle acque di Nifìda.

NIFIDA:  è una tranquilla spiaggia di sabbia che si trova all'imbocco del Golfo di Kallonì.
Data la posizione è molto riparata dalle correnti e dai venti che arrivano da sud; in pratica è una enorme piscina con il mare calmissimo; il  fondale è basso e pulito. Qui abbiamo fatto dei bagni lunghissimi!

Come nelle altre località sul Golfo la fauna a riva è variegata: pesciolini, conchiglie, lumache, granchietti...  Nifìda è una baia disseminata di piccole case di villeggiatura e villette, tutte lungo la strada che costeggia la lunga spiaggia, e si sente palare soltanto greco!
Che bello....
Vi è l'allegro vociare dei bambini, tre o quattro taverne vivacemente affollate, ma il paesaggio è rilassante e, guardato seduti su una panchina all'ombra dei pini sulla spiaggia, ha dei colori che raramente avevamo visto nei giorni precedenti.

Peccato che invece la spiaggia non sia pulita; la sabbia è mischiata ad alghe, legnetti, pietre e foglie secche...
A dire il vero su nessun lido di Lesvos abbiamo trovato la mitica sabbia dorata, fine e vellutata.
Persone del posto ci hanno poi detto che sarebbe meglio non fare il bagno in tutto il Golfo perchè il mare "chiuso" è inquinato.. mah?... noi l'abbiamo trovato bello lo stesso!


SKALA POLICHNITOS: con l'auto abbiamo percorso la strada costiera lunga quattro km da Nifìda, che corre proprio sul mare. 

Anche qui tante casette in tinte pastello con i giardini e gli orti, ma il piccolo paese è deserto, con un paio di taverne aperte ma assolutamente vuote e le altre chiuse o abbandonate, la spiaggia desolatamente senza un villeggiante.
E' un villaggio decaduto, che forse ha vissuto tempi migliori, anche se potenzialmente potrebbe essere come la vicina e vivace Nifìda.

La cittadina di POLICHNITOS, invece, è l'unica di discrete dimensioni in questa zona dell'isola; è vivace con i suoi bar, uffici, negozi e taverne frequentati però solo dai greci del posto, e non dai turisti.

La chiesa di Agios Georgos ha un campanile imponente che svetta e si nota da lontano, costruito con la classica pietra grigia di Lesvos.

Al contrario dell'esterno,  l'interno della chiesa svela una ricchezza di affreschi e decori, lampadari scintillanti e quadri molto belli.
Le sue pareti interamente ricoperte di drappeggi color verde chiaro creano un bell'insieme con le solenni colonne in marmo verde.
TERME DI SAN GIOVANNI  (Agios Ioanni): si trovano a circa un chilometro da Polichnìtos, prima deviazione a destra arrivando da Vaterà, subito dopo una caserma dove sono posteggiati decine di mezzi militari e carri armati.
Il posto è grazioso, ma molto spartano, certo non elegante come i centri benessere a cui siamo abituati; molti greci si alternano in pochi minuti a prendere l'acqua alla fontana. L'edificio che accoglie i locali dei bagni termali è diviso fra uomini e donne, e vi è anche un bar.  
Noi avevamo l'intenzione di provare, a soli 4 euro a testa, ma il caldo torrido ci ha fatto desistere.
L'ambiente naturale esterno è curioso: vi sono due vasche recintate dove le sorgenti di origine vulcanica "bollono" nel vero senso della parola; abbiamo letto che queste terme sono le più calde d'Europa e raggiungono gli  80 / 90 gradi.

Lì intorno, i rivoli d'acqua del fiume sono colorati ed il fenomeno è strano: le rocce assumono sfumature rossastre, mentre l'acqua è arancione con riflessi verdi. La portata in questo momento è al minimo, ma immaginiamo che con un maggior flusso d'acqua, il fenomeno sia ancor più evidente.

AGIASSOS:  il tratto di strada per raggiungerlo da Vaterà, di oltre 30 km, scorre piacevolmente in mezzo a pinete e colline coltivate a ulivi; avvicinandosi alla zona montuosa, la natura diventa ancora più varia, orti e frutteti si alternano a boschi.

Agiassòs si trova ad un'altezza di 475 metri su un lato del Monte Olimpo e si inerpica sul versante della montagna con le sue stradine lastricate piene di negozi, laboratori di artigiani e gli immancabili kafenion, tutti affollatissimi. 

E' una meta turistica che fa confluire qui tanti villeggianti, le gite che organizzano i tour con i pullman e tanti locali che arrivano dai villaggi intorno; ma pur essendo molto vivace, mantiene una atmosfera da paese di montagna. Accanto alle botteghe dei falegnami e degli intagliatori del legno, ai negozi delle ceramiche dipinte a mano, vi sono parecchi anziani che vendono i prodotti dei loro orti, le signore con il sapone fatto in casa, i bambini che aiutano i nonni a piazzare ai turisti qualche sacchetto di origano o qualche altra erba aromatica.  
Notiamo con piacere che non ci sono molti articoli paccottiglia per turisti, magari made in China, ma prevalgono i prodotti locali e artigianali.

Abbiamo visitato una piccola e antica Chiesa all'interno di un giardino rigoglioso: la  Chiesa di Zoodokos Pigì, con il suo campanile in pietra.
E' dedicata ad Agathòn di Efeso che nell'anno 893 portò qui da Gerusalemme l'icona della Vergine Maria.
Ma il vero fiore all'occhiello di Agiassòs è la Chiesa dedicata alla Vergine Benedetta  (Panagia Vrefokratousa), che si svela un pò a sorpresa tra le stradine affollate di turisti.

Il Santuario della Panagia di Agiassòs è una meta religiosa tra le più importanti della Grecia; non sapremmo fare una classifica, ma abbiamo letto che è seconda solo a Tinos. Ad ogni modo i pellegrinaggi dei fedeli, che dovrebbero arrivare a piedi da Mytilini, o dei semplici visitatori che arrivano in auto, sono davvero molti.  
La Chiesa festeggia la Vergine Maria il 15 Agosto con celebrazioni solenni che durano 9 giorni, con le  bancarelle per tutto il paese (un pò meno solenni...).

Noi l'abbiamo visitata domenica 24 agosto, al termine del periodo della ricorrenza, mentre si stava preparando il rito dei Battesimi, quindi in un momento di festa molto coinvolgente, e anche noi abbiamo mangiato il pane offerto in base alla tradizione ortodossa. Nel cortile vi è un Museo Ecclesiastico, che però abbiamo trovato chiuso.  

L'icona della Madonna a cui è dedicata la Chiesa è quella della Vergine Maria miracolata portata dal prete imperiale Agatone di Efeso. 

Il Santuario è imponente; l'interno è sontuoso per i lampadari, i candelabri, gli arredi cesellati e le alte colonne in marmo.

Dopo un giro dedicato allo shopping, abbiamo lasciato Agiassòs diretti verso un luogo che ci ha incuriositi, ma che abbiamo faticato a trovare, dato che le cartine lo collocavano in posizione sbagliata. Comunque alla fine abbiamo trovato la "SORGENTE DI KARINI", proprio sulla strada che va a Mytilini. 

Non è un vero borgo, ma un minuscolo luogo che si nota per le bancarelle che vendono zucche colorate e prodotti locali, una taverna un pò rustica immersa nel verde, a fianco della sorgente e del fiume, dove si beve l'acqua fresca della fonte, tra gattini e papere che girano tra i tavoli. La particolarità di questo luogo è il tronco di un grande platano scavato dall'interno che fu "dimora" di un pittore che andava di villaggio in villaggio dipingendo scene di vita e paesaggi di Lesvos su tutto ciò che poteva essere pitturato, prova ne sono i pochi resti dei dipinti di Theophilos sulle pareti della taverna.
Il tronco è indicato come "Theofilo's cave", e si possono acquistare le riproduzioni di sue opere a 2 euro, ma chi fosse interessato ad approfondire questa storia può visitare il Theofilo Museum a Varià, un quartiere di Mytilini.
PLOMARI:  è la seconda città dell'isola per dimensioni dopo la capitale, famosa soprattutto per la produzione dell'ouzo; tra l'altro Lesvos è stata tappezzata di locandine che invitano al Festival dell'Ouzo a Plomari, quindi pensiamo di trovare un paese in festa con parecchio movimento.
Niente di più falso! Dopo una tortuosa strada che pareva non finire mai,  vuoi per le temperature stabili sui 40 gradi, vuoi per la stanchezza, siamo arrivati in questa città sul mare da una stranissima stradina  che percorre il letto di un fiume in secca; è piuttosto inquietante pensare che nella stagione delle piogge la strada si trasformi in fiume, e le case diventino gli argini stessi... 

Finalmente giunti sul mare ecco il porto e una lunga sfilza di taverne, ma complice il caldo del primo pomeriggio, la città è semi-deserta e la location del Festival dell'Ouzo è una serie di sedie ben allineate con un piccolo palco davanti, tutto assolutamente vuoto!
Dopo una breve passeggiata a piedi, e una perlustrazione in auto, non rimaniamo affascinati da questa cittadina a sud, che ci sembra più stanca di noi...
Ha l'aria decadente, tante sono le cose che andrebbero ristrutturate, molte le attività produttive dismesse e fatiscenti, come i vecchi frantoi non recuperati.
Naturalmente i bar in prima fila e le taverne sul porto sono in perfetta efficienza, come lo è l'importante produzione di ouzo, ma nel complesso la città è un misto di stili diversi, un alternarsi di nuovo e vecchio che non troviamo molto armonioso...
Si riconosce spesso lo stile architettonico turco e si notano i balconcini chiusi, tipici delle abitazioni di origine araba, che sembrano sospesi, e che si  trovano anche in altre zone del Mediterraneo.
Il paese ha una spiaggia di sabbia mista roccia facilmente raggiungibile.
Onestamente Plomari non ci ha conquistati e la lunga deviazione l'abbiamo considerata una perdita di tempo e di energie...
Avevamo letto del MUSEO DELL'OUZO di Plomari  (aperto dalle 9,00 alle 16,00) che funziona come distilleria e illustra tutto il processo di produzione,  e dove sarebbe possibile degustare e acquistare il prodotto, ma non ci siamo fermati pensando alla lunga strada del rientro.
 
VATERA':   è una famosa località di mare di Lesvos, dove il mare assume il ruolo di unico protagonista!

Non c'è un villaggio strutturato o un nucleo urbano, ma è una striscia di costa lunga due chilometri disseminata di casette bianche e a tinte pastello, con alcune taverne e diversi bar.
Qui la vacanza scorre tranquilla, non esistono problemi di parcheggio, si gestisce la giornata tra passeggiate sulla spiaggia e bagni in un mare fantastico in assoluta libertà.
Il punto in cui si concentra il maggior numero di case e studios è in corrispondenza del bivio sulla strada che arriva da Brisa; qui vi sono i due locali più "alla moda", il Thàlassa che ha anche l'area giardino dove si può mangiare in un'atmosfera elegante, e il Mylos, un bar sulla spiaggia molto carino.
Per il resto si alternano bar e taverne che gestiscono gratuitamente i loro tratti di spiaggia attrezzata, e a circa due chilometri c'è una discoteca, l'Arena, che organizza serate con dj greci, ma qui non si fa assolutamente vita mondana. L'unico passatempo serale è mangiare in taverna e spostarsi al bar, dato che non si può fare shopping!
Vi sono solo due hotel un pò più strutturati, il Vaterà Beach, che appartiene ad un attore greco, e l'Afrodìti, pare di proprietà di un cantante greco.
A Vaterà si potrebbe anche fare a meno dell'auto per qualche giorno; il trasferimento da e per Mytilini potrebbe essere gestito con i pullman, perchè la distanza di oltre 50 km renderebbe l'utilizzo del taxi un pò costoso...
Il noleggio in loco dell'auto potrebbe essere problematico: non abbiamo visto uffici, servizi o agenzie di nessun genere! 
Le giornate in spiaggia sono rilassanti; anche i tratti attrezzati con lettini e ombrelloni, tutti rigorosamente gratuiti, alcuni curati altri molto spartani, sono poco affollati, anzi molto spesso semi-deserti anche in agosto. 
Abbiamo l'impressione che dal primo settembre qui si svuoterà, molte strutture che affittano gli studios chiudono, compresa la nostra "Argo Apartments", gestita da una coppia che abita e lavora a Mytilini.
La spiaggia di Vaterà è sicuramente la più famosa di tutta l'isola perchè è lunghissima, circa sette km ininterrotti di sabbia mista a sassolini; ha spazi immensi di spiaggia libera praticamente deserti, e va dal Capo di Agios Fokàs fino alla località di Stavròs.
Gli abitanti delle case di villeggiatura chiacchierano tranquilli sulle loro seggiole sotto gli alberi lungo la strada, si alzano ogni tanto per fare un bagno e tornano all'ombra a bere l'immancabile Nescafè Frappè.
Il mare è calmo, riparato dai venti che arrivano da nord, ed è trasparente!
Diremmo che si merita il premio Bandiera Blu che viene rinnovato di anno in anno dall'Unione Europea.
Provare per credere... 
Al termine della bella settimana trascorsa nella parte sud dell'isola, ci siamo diretti in auto verso l'aeroporto di Mytilini (un'oretta per percorrere circa 60 km) per prendere il volo Aegean per Atene, in perfetto orario, così come è stata perfetta la nostra vacanza!
 

Prima di chiudere il racconto della nostra Lesvos, vi lasciamo qualche appunto "gastronomico".
 
PIATTI TIPICI DI LESVOS
                                                      
Louloùdia me risi: letteralmente "fiori con riso", sono i fiori di zucchini ripieni, piatto tradizionale, semplice e dolce con gusti della terra.
In molte taverne si trovano i "louloudia me tirì", che sono fritti e ripieni di formaggio.

Lachèrda è una palamita cruda marinata e servita fredda a piccoli tranci sull'emulsione aromatica di olio e limone usata per la marinatura.
A Lesvos si usa accompagnarla con l'ouzo, altro prodotto tipico dell'isola. Ha un procedimento di preparazione lungo che serve per eliminare i liquidi, viene fatta riposare su dei legnetti e poi surgelata. Il risultato è buono, ma bisogna essere sicuri che il pesce sia fresco!

Sardèles:  le sardine (alla griglia, fritte, crude e sotto sale) sono sicuramente il piatto più tipico di Lesvos. La produzione delle sardine (o sardelle) sotto sale rappresenta l'attività principale del Golfo di Kallonì.
PRODOTTI LOCALI DI LESVOS
 
Per lo shopping, o ancora meglio per le degustazioni, ecco qualche idea:
l'Ouzo, famoso soprattutto quello di Plomari,
l'olio, considerato il migliore della Grecia,
le olive, in tutte le forme, e i cosmetici con l' olio di oliva,
la fava di Sigrì, condita con olio e origano,
le conserve di formaggio con peperoncino e olio,
l'agnello ripieno al forno, con riso, arancia, pinoli e uvetta,
i formaggi DOP: "ladotiri" stagionato nell'olio, panellenico cacio feta,
"sougamia", cipolla ripiena di carne macinata al cumino,
la kavourosalata, insalata di polpa di granchio,
la confettura di mandorle, e i dolci al cucchiaio con le amarene sciroppate.
 
A questo punto, se siete riusciti a leggere fin qui vi facciamo i complimenti.... 
e non ci resta che augurarvi buon viaggio a Lesvos!
 
Maurizio e Michela